London river

Una donna parla sulla tomba del marito raccontandogli gli ultimi avvenimenti, poi torna a zappare la sua terra e a badare ai suoi asini.

7 Luglio 2005, il telegiornale informa che poco prima delle 9 e dopo un ora a Londra sono esplose quattro bombe; quattro kamikaze si sono fatti saltare in aria in un pullman e nella metropolitana uccidendo cinquantasei persone e ferendone settecento.

La Signora Sommers spaventata chiama subito la sua unica figlia, che vive a Londra da due anni, per sapere se sta bene, ma risponde sempre solo la segreteria telefonica.

Così inizia il viaggio di questa madre, che lascia la sua fattoria sull’isola di Guernsey, sulla Manica, per andare nella capitale a ritrovare la figlia.

Si troverà in una città multietnica a cercare una figlia a lei sconosciuta, non ha mai visto dove abita, non sa cosa fa, chi frequenta, cosa e chi ama.

Nei vari ospedali incrocerà più volte un uomo, diverso da lei, nero, alto, con lunghi capelli rasta, tutto ossa che incede lentamente con il suo bastone, anche lui è in cerca del figlio che non vede da quando aveva otto anni. Il ragazzo ha lasciato l’Africa, dove viveva con la madre, per andare a studiare in Inghilterra, la madre è preoccupata e chiede al marito di andare a Londra; anche il Signor Ousmane non sa nulla del figlio, avendo vissuto e lavorato fino a quel momento in Francia.

In Signor Ousmane riceve una foto del figlio da un uomo della Moschea, sulla stessa foto ci son altri ragazzi che frequentano il luogo religioso.
L’Africano scopre che anche la ragazza, seduta nella foto vicino al figlio, è scomparsa, telefona al numero trovato sul volantino affisso per strada, risponde la Signora Sommers che corre all’appuntamento; ma subito dopo l’incontro chiama la polizia, sicura che quell’uomo abbia fatto qualcosa alla figlia.

La polizia perquisisce la casa, dove si scopre i due ragazzi vivevano insieme, e preleva campioni di D.N.A.

La preoccupazione, l’angoscia, lo smarrimento, la paura, l’insonnia, i dubbi, le domande, il dolore, la speranza, il sollievo, sui volti di questi due genitori, che prima vagano separati, per la diffidenza e i pregiudizi della Signora Sommers, ma che poi decidono di fermarsi e riposarsi sulla stessa panchina, scopriranno di non essere poi così differenti, lontani, hanno gli stessi segni della natura e della terra sulle mani, hanno le stesse angosce nel cuore.

Questo film apparentemente semplice e lineare si basa tutto sulle magnifiche interpretazioni di Brenda Blethyn (Segreti e bugie, L’erba di Grace) e del musicista attore Sotigui Kouyaté (deceduto nel 2010), è tutto nei loro volti, le parole non servono o sono comuni come quelle di lei o dense e scarne come quelle di lui.

Rating: ★★★★★★★½☆☆ 

Orso d’Argento come migliore attore a Sotigui Kouyate al 59° Festival di Berlino (2009).

Regia: Rachid Bouchareb
Sceneggiatura: Olivier Lorelle, Rachid Bouchareb, Zoé Galeron

Cast

Operaio straniero: Bernard Blancan
Elisabeth: Brenda Blethyn
Macellaio: Roschdy Zem
Imam: Sami Bouajila
Ousmane: Sotigui Kouyaté
Anno: 2009

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