Letters to Juliet

Questo film irrita, dall’inizio, la protagonista con la sua faccetta a palla, il suo sguardo acquoso e i suoi “gne gne gne”, il suo fidanzato esagitato e tutto egocentricamente e narcisisticamente concentrato sui suoi “gne gne gne”, l’altro belloccio che già dalla prima vocale e anche la consonante ha lì posizionato un cactus, odioso e isterico perennemente con i suoi “gne gne gne”. L’unica attrice che fa la sua parte è la Redgave ma di certo non può salvare da sola un film vacuo pieno di “gne gne gne” e stereotipi, nemmeno azzeccati.

Peccato perchè l’idea poteva essere carina, quando ho visto le donne intorno ad un tavolo che rispondevano a tutte le Juliet che lasciavano bigliettini sul famoso, ormai deturpato, muro sotto al balcone a Verona, ho pensato al film Gli anni dei ricordi, speravo nella stessa intensità e profondità, ma attrici come la Massironi, la Vukotic e la De Santis che dispensa ricette tipiche (ma non del luogo dove si trovano), fanno solo da apparizione per non disturbare tutti i “gne gne gne”; vi sono deturpati anche gli oleografici paesaggi, andando in giro per le campagne senesi con a palla in macchina una canzone di Max Spezzali. Proprio senza cognizione di causa e rispetto, rimpiangendo Io ballo da sola.

Ma partiamo dall’inizio, due fidanzati, da un anno, stanno per sposarsi, ma il novello organizza per loro due un viaggio pre-nozze, poiché sta per aprire un ristorante a New York e pensa che dopo l’inaugurazione non avrà più così tanto tempo; così alla novella viene spacciato questo viaggio d’amore romantico prenuziale che invece si rivelerà solo un giro tra fornitori, aste di vini e affini per il di lui business e divertimento.

Così la novella girando Verona da sola, innanzi al balcone di Giulietta scopre una lettera nascosta da 50 anni dietro un sasso (thò in 50 anni nessuno ha toccato quel sasso) e una strana ladra di bigliettini attaccati dalle innamorate sul muro, segue come un segugio la ladra e scopre in una casa (aperta a chiunque entri) un club di scribane che, pagate dal comune, rispondono alle emissarie di quei bigliettini.

La novella decide di rispondere alla Juliet che aveva nascosto così bene il suo biglietto, e in 3 secondi netti arrivano lì dall’Inghilterra quella donna, Claire e il suo isterico nipote, Charlie. Io capisco la preoccupazione e il senso di protezione che può provare un nipote verso i sentimenti e il cuore della nonna, ma è anche grande grossa e vaccinata da saper scegliere da se e assumersene le conseguenze delle sue azioni, quindi è veramente inutile rompere parossisticamente ogni volta aprendo bocca. Rimpiangendo Ambrogio!

Nonna, nipote e novella si mettono in macchina girando tutta la campagna Senese in cerca di Lorenzo Bartolini, ce ne sono 72, ovviamente alloggiando in tutti gli alberghi extra-lusso della zona; proprio nel giorno in cui decidono di desistere dopo aver incontrato 71 Lorenzo fake, per strada per caso thò… “mi è sembrato di vedere Lorenzo!”, la nonna “andiamo via andiamo via non lo voglio più incontrare!” il nipote “nonna Lorenzo E’ QUI” (giuro testuali parole, Carramba che sorpresa!) e la nonna “allora andiamo via prima che torni dalla passeggiata a cavallo” alchè il nipote dice l’unica cosa sensata di tutto il film “nonna siamo arrivati fino a qui, coraggio!” …. non è irritante per com’è … questo film?

Però tutte le amanti del fate saranno felici perchè la morale della favola è che Il Vero Amore è per tuttalavita.

Ari-thò e compare anche un balcone finale dove far la scena di Juliet e Romeo, però qui poi accorrono tutti a geder come si baciano.
Dite la verità che non ve l’aspettavate!?

Rating: ★★★★½☆☆☆☆☆ 

Regia: Gary Winick

Cast

Sophie: Amanda Seyfried
Charlie: Christopher Egan
Lorenzo: Franco Nero
Victor: Gael García Bernal
Claire: Vanessa Redgrave
Isabella: Luisa Ranieri
Francesca: Marina Massironi
Maria: Milena Vukotic
Angelina: Luisa De Santis
Anno: 2010

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