Recensione Lost 6.17 – 6.18 – The End

Quest’oggi vi presentiamo una bellissima recensione, corredata da una bella carrellata di foto e persino da alcuni consigli di lettura Lost su questa discussa series finale.

L’autrice è la nostra eleprue che ringraziamo per la disponibilità e per averci permesso di postare il suo contributo qui negli archivi di Lost Indizi! Grazie!  :)

E ora, basta chiacchiere, dopo il continua… buona lettura!

LOST, Our Constant

“Dove siamo?” è la domanda che si ponevano i sopravvissuti del volo Oceanic 815, all’inizio di quello che sarebbe stato un incredibile viaggio nel mistero, nel tempo e nel paranormale; nella fede e nella scienza; nell’amore, nell’amicizia e nella natura umana: una grande avventura chiamata “LOST”.
Che LOST fosse divenuto un cult, il mondo intero l’aveva capito già da tempo; ma che diventasse “il serial”, non tutti l’avevano capito.
Abbiamo trascorso sei anni a porci domande, a cercare indizi, a studiare ogni singolo dettaglio, a discutere le nostre teorie con il mondo intero, studiando filosofia, fisica e storia. Abbiamo seguito ed amato gli innumerevoli personaggi che il Lostverse ha creato, piangendo e gioendo con loro. Abbiamo avuto i loro stessi dubbi, provato le loro stesse paure. LOST, prima di tutto, è stato questo: un telefilm basato sui sentimenti umani.
E, finalmente, eccoci qui… dopo sei anni di continui misteri e colpi di scena – che ci hanno tenuto con il fiato sospeso – la data tanto attesa è arrivata: 23 maggio 2010.
Il mondo sa come finisce LOST e subito si formano tre schieramenti: chi l’ha sempre amato ed afferra il significato della series finale e del telefilm; chi l’ha seguito, ma non comprende il finale e si sente preso in giro; e chi, invece, non l’ha mai capito ed approfitta della situazione per esclamare: “Eh, ma io l’avevo capito sin da subito che era una gran cretinata!” e dimostrare di non aver capito nulla di questo capolavoro.
Ma andiamo per gradi e parliamo prima di ciò che è accaduto nella series finale…

In “The End”, un Jack ben consapevole di ciò che deve fare comunica a Kate, Hugo e Sawyer l’intenzione di uccidere Smokey una volta per tutte.

Il suo piano riesce alla perfezione. L’isola, però, si sta distruggendo e Jack si sacrifica per salvarla.

Hugo diventa il sostituto di Jack e Ben il suo braccio destro. Per quanto tempo, Hugo e Ben siano stati a capo dell’isola, non ci è dato saperlo… anni, o forse secoli.

Desmond, probabilmente – dopo essere stato ospitato da Bernard e Rose ed aver aiutato Jack a compiere il “miracolo” – torna dalla sua amata Penny e da suo figlio.
Kate, Sawyer, Claire, Miles, il finalmente mortale Richard ed il sopravvissuto (per fortuna!) Frank lasciano l’isola con il volo dell’Ajira.
E Jack, finalmente, compie il suo destino da eroe e salva tutti, così come ci aspettavamo. Jack, sin dall’inizio, aiuta e cerca di guidare il gruppo, si sacrifica per il prossimo, non si tira mai indietro e cerca sempre di fare ciò che è meglio per tutti, affrontando diverse difficoltà. A molti, però, il suo altruismo, il suo voler “fixare” tutto e la sua bontà non sono andati a genio ma, alla fine, l’archetipo dell’eroe è sempre stato lui. Il personaggio di Jack è l’eroe per eccellenza, un eroe epico e LOST, sin dall’inizio, ha raccontato la sua storia. A discapito del suo amore per Kate, decide di sacrificarsi per il bene dell’isola, del mondo e dei suoi amici; perché è quello che è giusto fare, è il suo destino. “Thanks doc, for everything” gli dice, finalmente, Sawyer.

Ed ecco la scena più drammatica e commovente di tutto LOST: così come Anubi – il dio egiziano dalla testa di cane – viveva tra il regno dei vivi e quello dei morti, traghettando le anime dei defunti; così Vincent si accuccia accanto ad un Jack morente. Proprio lui che nel pilot era corso a “chiamarlo”, perché aveva un lavoro da fare. Gli autori non si sono affatto dimenticati di Vincent, lui ha avuto uno dei ruoli più importanti.

Tutto ciò, comunque, accade sull’isola… ed i flash-sideways? Ci viene rivelata anche la loro vera natura: non sono altro che un limbo, un purgatorio.

Noi tutti siamo collegati a certe persone durante le nostre vite; persone importanti, che possono essere familiari, come estranei che diventano per noi una vera famiglia. I nostri Losties hanno, incosciamente, creato quest’altra realtà per ritrovarsi con i propri compagni spirituali. Vivono in questo limbo fin quando non sono pronti ad andare avanti, fin quando non si ritrovano e si “svegliano”, ricordando tutto. Dopo possono proseguire ed andare avanti. Non “Live together, die alone”, ma “Live together, die together”.

Desmond ritrova la sua adorata Penny, coronando così una delle storie più romantiche mai state scritte e, come un vero Virgilio, aiuta i nostri Losties a ricordare e a ritrovarsi: Sawyer ritrova la sua amata Juliet, Sun e Jin ricordano tutto, Claire ritrova Charlie, Sayid riabbraccia Shannon e così via, fino a Jack e Kate.

Che l’endgame fossero Jack e Kate non c’erano dubbi. La loro storia ha seguito uno schema abbastanza preciso, con eventi (la storia con Sawyer) per “distrarre” il pubblico da quella che poi sarebbe stata la conclusione della storia romantica fra Jack e Kate. Abbiamo assistito prima ad un bacio epico, un addio tragico e straziante sull’isola; poi al meraviglioso “I missed you so much” di Kate che, morta chissà quanti anni dopo Jack, l’ha aspettato per molto più tempo. Due eroi romantici, sul serio.
Christian Shepard – il padre di Jack – ci fa sapere che, in questo luogo, non esiste nessun “quando”. Dopo la morte, alla fine di tutto, il tempo non esiste.
Nei flash-sideways rivediamo tutti tranne Michael, perché bloccato in eterno sull’isola a causa degli omicidi da lui commessi.
Walt, Frank e Richard – così come Mr Eko – mancano all’appello, probabilmente perché legati in vita ad altre persone e, quindi, non presenti in questa visione collettiva creata dai nostri Losties.

Scopriamo che Juliet – che è sempre stata molto materna e legata a Jack da un profondo affetto – è la madre di David, il figlio di Jack. Ma chi è David se in vita non esisteva? David non è altro che la parte di Jack che aveva problemi con suo padre, un escamotage del purgatorio per permettere a Jack di superare i suoi problemi; problemi che poi, infatti, riesce a risolvere.

Nella memoria dei nostri Losties, ritroviamo anche il piccolo Aaron da neonato e Ji-Yon non ancora nata. Com’è possibile? Oltre la morte – come ha spiegato Christian Shepard – il tempo non esiste; è, quindi, altrettanto possibile che neanche lo spazio esista. Aaron e Ji-Yon sono ovunque, in qualsiasi tempo. I nostri Losties, ricordandoli come un neonato ed un feto, è così che ce li mostrano.

Nei flash-sideways, non potevano mancare neanche Charles Widmore ed Eloise Hawking che, finalmente, possono stare insieme. Daniel (il nostro amatissimo scienziato) è il figlio riconosciuto di Widmore e, in questa realtà, fa ciò che aveva sempre desiderato fare: il musicista. Eloise tenta di convincere Desmond a non “svegliare” Daniel, perché non vuole separarsi da lui ancora una volta. Daniel, però, incontra di nuovo Charlotte ed inzia a capire qualcosa, senza però svegliarsi del tutto.
Rose e Bernard, invece, sono gli unici ad essere consapevoli della natura del luogo in cui si trovano, sin dalla turbolenza sul volo Oceanic 815. Lo si deduce dal modo in cui Rose, in “LA X”, dice a Jack: “You can let go now” e da come Rose dica a Bernard, di ritorno dal bagno: “I missed you” e Bernard risponda: “I missed you too, beautiful”. Ciò potrebbe anche portare a credere che Bernard sia morto per primo sull’isola, lasciando Rose da sola, proprio come è successo a Kate con Jack. E non solo… anche Bernard, successivamente, con aria ben consapevole, rivolge a Jack un “I hope you find what you’re looking for” molto più significativo alla luce di tutta la stagione conclusiva. Bernard e Rose hanno, però, continuato ad attendere che il resto del gruppo si svegliasse per poter proseguire insieme a loro.
Nella 6^ stagione, abbiamo visto anche Miles, Ilana, Ana Lucia e Dogen, i quali devono ancora percorrere il loro cammino in questa realtà e non sono ancora pronti ad andare verso la luce.
Per quanto riguarda Dogen – il protettore del Tempio – inoltre, vien da pensare che la promessa di Jacob riguardasse proprio il purgatorio e che, quindi, Dogen avrebbe potuto rivedere il figlio dopo la morte.

Boone e Hurley (appena “svegliatosi” con Libby grazie a Desmond) aiutano Sayid a riconoscere Shannon e a ricongiungersi a lei. Molti sono rimasti sorpresi di questa fine, perché Sayid amava Nadia. Nei flash-sideways, però, abbiamo trovato una Nadia sposata con il fratello di Sayid, perché lui stesso l’aveva spinta fra le braccia del fratello. E’ Sayid stesso a spiegarci il motivo, quando dice a Nadia che non la merita e che non si sente alla sua altezza per i crimini orribili che ha commesso. Con Shannon, invece, per la prima volta, Sayid non si è sentito giudicato, libero dai peccati commessi nel suo passato.

E, finalmente, capiamo anche il significato dell’ “It worked” detto da Juliet in “LA X” e, chiaramente, riferito al suo incontro con Sawyer. Ancora una volta è il vero amore a trionfare.

Jin e Sun, finalmente, possono stare insieme per sempre. Divertente la loro risata, quando scoprono che Sawyer – il nostro ex imbroglione – è un detective: la visione che James ha costruito di se stesso.
E poi, c’è Ben che, negli anni (o secoli) trascorsi sull’isola con Hurley, ha fatto un gran lavoro: “You’ve been a great number two”, dice Hugo a Ben. Locke lo perdona per averlo ucciso, ma Ben decide di non entrare in Chiesa ed andare avanti – non ancora – perché deve attendere Alex e Danielle Rousseau.
In Chiesa, Locke invece è da solo; Helen non è con lui. Come mai? La risposta più ovvia che viene in mente è che anche lei, come David, fosse un espediente del limbo per aiutare Locke ad andare avanti. Del resto, in vita, Helen lasciò Locke; non finirono insieme e lei, successivamente, morì da sola. Probabilmente, Locke incontrerà la vera Helen una volta oltrepassata la luce.
I cattivi, invece, hanno una parte particolare: loro, in questo luogo, muoiono. Secondo il karma, chi non si evolve non avrà più possibilità di evolversi, ma potrà farlo in altri spazio-tempo più adeguati alla persona stessa. Ecco, quindi, che i super cattivi Martin Keamy e Mikhail muoiono.

I Losties hanno scelto una Chiesa come luogo in cui potersi ricontrare tutti insieme e “moving on”. Qual è il significato della parola “Chiesa”, se non quello di “gruppo” e “riunione”? Sono una grande famiglia e condividono un affetto che è riuscito a sopravvivere oltre la morte. LOST, del resto, è una grandissima metafora della vita.
In questi anni, non abbiamo soltanto assistito alle storie dei meravigliosi personaggi del Lostverse, abbiamo assistito anche alla loro redenzione. Ognuno di loro – proprio come Jacob – ha commesso degli errori; ognuno di loro aveva bisogno dell’isola, tanto quanto l’isola aveva bisogno di loro. E’ questo il motivo per cui sono precipitati in quel luogo: accumulare karma positivo, salvare le loro anime ed il mondo.
Come ha dichiarato Giorgio Glaviano, sceneggiatore e co-autore di “Lost E I Suoi Segreti”:

“Il finale di LOST è un unizio, più che una fine. LOST è una serie rivoluzionaria per i temi che propone e le idee che riesce a portare avanti. In LOST c’è il senso della comunità, del destino e della speranza; è una serie dove convivono personaggi di etnie diverse, dove si parla perfino in coreano. E’ rivoluzionaria perché è una delle prime serie americane non ambientate negli Stati Uniti, ma in un’isola che in fondo è un non-luogo. Non va dimenticato che gli autori sono davvero ossessionati dalla “community”: si inserivano nei forum con degli pseudonimi per dialogare con i fan. Negli anni gli spettatori di LOST si sono fatti domande e si sono confrontati per risolvere i misteri, capire i retroscena. Hanno formato una vera e propria comunità. E’ un concetto che è “esondato” fuori dalla serie.
Non stupisce allora che la “fine” abbia luogo in una sorta di Chiesa che non è una Chiesa. Ma un luogo spirituale dove la comunità – di nuovo il tema centrale – si riunisce. “Chiesa” in greco significa proprio questo, comunità.
LOST è questo: l’evoluzione dei personaggi su cui, in fondo, ruotano tutta una serie di elementi marginali”.

Molti, dopo la series finale, sono rimasti delusi. Il web pullula di lamentele e di articoli scritti da gente, più o meno, informata in merito. C’è, addirittura, chi sostiene che fra i misteri irrisolti sia rimasto quello di cosa ci fosse sotto la botola. E’ proprio il caso di dire che qualcuno, forse, ha perso qualche episodio…
Sin dall’inizio, ho sempre sostenuto che LOST non fosse un semplice telefilm, ma un lungo e bellissimo film; un viaggio da intraprendere insieme agli appassionati di tutto il mondo. Un’esperienza davvero unica ed emozionante, che ci ha portato a studiare (letteralmente!) ogni singolo dettaglio ed episodio, consultando libri di filosofia, scienza e storia. Definirlo un semplice telefilm, quindi, è sempre stato un po’ riduttivo dal mio punto di vista, perché LOST mette in moto il cervello, portando il telespettatore a riflettere e teorizzare. E’ certo, quindi, che non fa per tutti: c’è a chi non va di non poter mai perdere un episodio; c’è chi preferisce qualcosa di più leggero da seguire; c’è chi non gradisce il genere; ma c’è anche chi ha provato a seguirlo senza, però, riuscire a ricomporre il puzzle. Come dicevo, bisogna seguire questo telefilm prestando la massima attenzione ai dettagli… più si riguardano gli episodi e più ci si accorge di quanti indizi sia pieno, di come ogni minima cosa o parola pronunciata – che potrebbe sembrare insignificante – abbia un suo significato e di come tutto torni perfettamente alla fine.
Abrams, Lindelof e Cuse hanno mantenuto la loro promessa… eccome se l’hanno fatto!
Quando, alla fine della 1^ stagione, i nostri Losties scoprirono la botola, noi telespettatori pensammo che la risposta a tutto fosse la botola. Non lo era. La botola conduceva, semplicemente, ad un altro anello di una lunghissima catena. Ed è proprio così, ogni risposta ci ha condotto ad un’altra domanda, finché è arrivata “The End”.

LOST ci ha forse abituati ad avere risposte facili, durante questi sei anni? Certo che no! La magia di LOST sta proprio in questo e LOST doveva assolutamente concludersi in puro stile LOST! Non poteva di certo cadere nel prevedibile e nella noia come altri telefilm; noi Lostiani siamo ormai abituati a determinati ritmi, colpi di scena con la “C” maiuscola e non ci potevamo accontentare di poco proprio adesso. Quindi, ecco l’azione, la maestosità, la commozione, le battaglie, l’adrenalina, gli addii, i ritrovamenti ed i misteri ancora celati nelle sei stagioni… cosa si poteva volere di più da una series finale? E proprio perché non siamo mai stati abituati ad avere “la pappa pronta in bocca”, eccoci il regalo di Abrams, Lindelof e Cuse: ancora anni per poter discutere LOST e trovare tutte le risposte all’interno delle nostre amate sei stagioni. Le risposte sono lì, basta solo saperle trovare.
Alcuni misteri erano più semplici di quello che si pensasse… that’s all, dudes! Per tutte le domande, possiamo dire che un 50% ha avuto una risposta diretta, un altro 25% ricavabile da deduzioni e ricostruzioni (più o meno ovvie per alcuni) ed il restante 25% sono domande che non possono avere risposta per motivi più che ovvi. Basta, quindi, aprire la nostra mente ancora una volta ed analizzare!
Personalmente, posso dire che, la notte della series finale, avevo ancora un sacco di domande che mi frullavano per la testa; ero troppo emozionata, triste e sconvolta per ciò a cui avevo assistito per ragionarci su con la dovuta attenzione. Più i giorni passavano, però, e più il puzzle mi era chiaro… sempre di più, sempre di più. Le risposte erano sempre state lì sotto al mio naso! Ma, soltanto adesso, alla luce di tutto, con il quadro completo, mi rimbalzano in mente. Incredibile, fantastico. Posso dire che, fino ad ora, non c’è nessun mistero al quale non sono riuscita a trovare una soluzione soddisfacente; e per le domande che in questo momento magari mi sfuggono, sono certa che tramite un “total rewatch” troverò le risposte.
Una series finale “tradizionale” sarebbe stata così semplicistica, così non da LOST. LOST è un puzzle, l’abbiamo sempre saputo; riguardando i tasselli più difficili, a cui non riuscivamo a dare una collocazione, adesso possiamo trovare loro il proprio posto. Ad alcuni misteri c’è una risposta a cui non tutti hanno pensato; altri, magari, non erano neanche dei veri misteri e sono stati scambiati per tali. Un esempio? Alcune apparizioni ai nostri Losties – a cui noi non riuscivamo a trovare un senso, anche alla luce della rivelazione di Smokey – erano causate da allucinazioni provocate da alcuni fiori rossi, presenti in alcune di queste scene. A volte, in una serie, possono essere introdotti elementi e situazioni non per forza importanti ai fini della storia, con il solo scopo di fuorviare dal vero mistero. Ai fini del quadro completo di questa serie, alcuni avvenimenti possono essere stati irrilevanti; così come alcune situazioni, a cui assistiamo durante il corso della nostra vita, non sono di particolare importanza per il nostro percorso e le viviamo per semplice e puro caso.

Cosa fosse l’isola ci è stato svelato; ci è stato anche rivelato che le esperienze sull’isola erano tutte reali ed i nostri Losties erano vivi; anche cosa fosse la luce ci è stato spiegato, così come altre cose.
L’indovino Richard Malkin che disse a Claire di non dare in adozione Aaron – perché sarebbe accaduto qualcosa di orribile – confessò di essere un impostore, quando Mr Eko andò in Australia ad indagare per conto della Chiesa. Comunque, successivamente, qualcosa accadde sul serio, non ad Aaron, ma… a Claire! Cosa successe, infatti? Possibile che a così tante persone sia sfuggita la connessione? Claire, a causa della perdita di Aaron, impazzì ed uccise diverse persone.
E la statua egizia poi? Era la dea della fertilità: perché e da chi fu costruita è evidente alla luce del problema delle gravidanze e degli abitanti che si successero per secoli sull’isola.
Al massimo, potremmo dire che avremmo preferito ulteriori approfondimenti di alcuni aspetti, ma così LOST non sarebbe mai terminato, perché “answers lead only to more questions”.
Una fine, insomma, che non scontenta nessuno, secondo il mio parere… neanche me che amo l’aspetto fantascientifico e misterioso di LOST. Mai nessuna serie ha saputo mixare al meglio così tanti temi, personaggi e generi.

Per chi non lo sapesse, comunque, ad agosto, con l’uscita del cofanettone (per la sottoscritta, rigorosamente Blu-ray per poter godere appieno dell’ambientazione hawaiana e della fotografia eccezionale) e dell’enciclopedia tutto sarà ancora più chiaro. Nel cofanettone saranno inclusi anche 20 minuti di materiale inedito con scene del duo Hurley-Ben.
La prossima data da segnare sul calendario è, quindi, il 24 agosto per rituffarci nelle acque cristalline dell’isola e, stavolta, tutto d’un fiato! C’è ancora così tanto da guardare, da scoprire, da leggere e da dire (io stessa avrei potuto scrivere moltissime altre cose) che la nostra “costante”, LOST, non morirà mai.

Da “La Stampa“:”LOST è stato quanto di più alto si sia mai visto sul piccolo, ed ormai anche sul grande, schermo. L’Iliade e l’Odissea del ventunesimo secolo. Capolavoro senza pari. E’ stata una fortuna vivere nella stessa epoca di LOST”.

Un personale grazie ai geni JJ Abrams, Damon Lindelof e Carlton Cuse per questa incredibile esperienza.
Grazie a tutti i meravigliosi membri del cast: Evangeline Lilly e Matthew Fox, Elizabeth Mitchell, Henry Ian Cusick, Sonya Walger, Josh Holloway, Naveen Andrews, Jorge Garcia, Terry O’Quinn, Yunjin Kim, Daniel Dae Kim, Nestor Carbonell, Michael Emerson, Jeremy Davies, Ken Leung, Jeff Fahey ed Ian Somerhalder.
Infine, grazie per aver permesso a tantissime persone di conoscersi, creando un’immensa e meravigliosa community.
We’re not LOST, we’re FOUND!
Namaste and see ya in another life!

Consigli di lettura:
– Articolo: Lost – Il finale: guida alla lettura (Chiara Poli)
– Articolo: Lost – Lost in Progress: Finale di serie (Chiara Poli)
– Articolo: Lost Perché E’ Un Capolavoro (Fabio Guaglione)
– Libro: La Filosofia Di Lost (Simone Regazzoni)
– Libro: Lost E I Suoi Segreti (Giorgio Glaviano e Carlo Dellonte)

Autrice: eleprue

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