ReMastered: Who killed Jam Master Jay?
Il 30 ottobre 2002, Jam Master Jay, 37enne superstar dell’hip hop DJ del gruppo RunDMC negli anni ’80, viene ucciso da colpi di pistola nel uno studio di registrazione di Jamaica, nel Queens.
Per anni non si trovarono i responsabili del suo assassinio. Infatti questo documentario del 2018 non arriva a scoprire chi siano i colpevoli.
Nonostante la presenza di sei testimoni sulla scena del crimine, nessuno di loro identificava i due aggressori che avevano colpito anche alcuni di loro.
Le ipotesi erano tante e le piste anche.
Come gli omicidi delle icone del rap Tupac Shakur e Notorious B.I.G. alla fine degli anni ’90, il caso Mizell rimase aperto per anni. Le autorità furono sommerse da segnalazioni, voci e teorie, ma non riuscirono a convincere i testimoni a parlare.
Solo successivamente una giuria federale anonima di Brooklyn ha dichiarato Karl Jordan Jr. e Ronald Washington colpevoli di omicidio in concorso in un’associazione a delinquere per traffico di stupefacenti e omicidio con armi da fuoco, per aver ucciso il DJ pioniere della musica, in quella che l’accusa ha definito una vendetta per uno spaccio di droga fallito.
Jordan, 40 anni, era il figlioccio del famoso DJ.
Washington, 59 anni, era un vecchio amico che dormiva a casa della sorella del DJ.
Entrambi gli uomini sono stati arrestati nel 2020 e si sono dichiarati non colpevoli. Sulla scena del crimine il DNA di un terzo sospettato.
Jam Master Jay, all’anagrafe Jason Mizell, lavorava ai dischi nei Run-DMC, gruppo che contribuì all’ascesa dell’hip-hop nel mainstream pop negli anni ’80 con successi come “It’s Tricky” e una nuova versione di “Walk This Way” degli Aerosmith.
In seguito, Mizell fondò un’etichetta discografica, aprì uno studio di registrazione nel suo vecchio quartiere del Queens e contribuì a portare con sé altri talenti, tra cui il rapper 50 Cent.
Jay era generoso con tutti, mantenendo la sua famiglia e facendo del bene a tutto il vicinato, come finì in una storia di droga? Loro che la condannavano apertamente nelle loro canzoni e persino nominando spacciatori locali? Sembra debiti, e per risanarli aveva lavorato come intermediario di cocaina per pagare le bollette e la sua abituale generosità verso gli amici. Ma l’affare che non andò in porto così i due complici nell’affare tradirono la star del rap per vendetta, avidità e gelosia.
I nomi degli uomini, o almeno i loro soprannomi, sono circolati per decenni in relazione al caso. Le autorità hanno pubblicamente indicato Washington come sospettato nel 2007.
Docuserie true crime, in inglese con i sottotitoli in italiano, su Netflix.
Rating:
Regista: Brian Oakes
Ideatore e Sceneggiatore: Jeff Zimbalist, Michael Zimbalist
Anno: 2018
Lascia un commento