American terror: L’attentato di Oklahoma city
Il 19 aprile 1995 un devastante attentato all’edificio federale di Oklahoma City, l’Alfred P. Murrah Federal Building: una bomba in un camion parcheggiato esplose, causando la morte di 167 persone, tra cui 19 bambini, più di 684 feriti, alcuni in modo grave; questo divenne l’atto di terrorismo interno più letale della storia degli Stati Uniti. La vittima più giovane aveva solo quattro mesi.
Alle 9:02 un camion Ryder, noleggiato, carico di una bomba devastante esplode davanti all’edificio federale Alfred P. Murrah.
L’edificio di nove piani si sventrò, riducendolo istantaneamente a un terzo, divenuto macerie e piani schiacciati. Più di 300 edifici circostanti furono danneggiati o distrutti dall’entità dell’esplosione.
C’era anche un asilo al secondo piano di quell’edificio, oltre ad agenzie come l’ATF, la DEA e il Secret Service.
La conta dei morti è incalcolabile, mentre tutti aiutavano a cercare altri superstiti, con il timore che ci potessero essere altre bombe.
Casualmente, appena 90 minuti dopo l’esplosione a 130 km a nord di Oklahoma City, l’agente della Polizia Stradale dell’Oklahoma Charlie Hanger ferma una Mercury Marquis gialla senza targa, il conducente, Timothy McVeigh, fu arrestato per porto d’arma nascosta.
I sospetti delle Agenzie sull’attentato si diressero inizialmente verso gruppi terroristici internazionali, dopo i timori scatenati dall’attentato al World Trade Center del 1993.
La prima prova cruciale emerse il giorno successivo all’attentato, quando gli investigatori trovarono un asse posteriore del camion Ryder molto lontano dall’edificio esploso.
Questo pezzo permise di ottenere il numero di identificazione del veicolo (VIN) che li portò a un’agenzia di noleggio a Junction City, Kansas. Interrogando lo staff si arrivò a un identikit del locatario, identificato dal personale di un hotel locale come “Tim McVeigh”.
L’FBI il giorno seguente scoprì che il loro principale sospettato era già in custodia, a poche ore dal rilascio.
Accorsi per prenderlo trovarono le prove sugli abiti di McVeigh che contenevano tracce delle sostanze chimiche utilizzate nella bomba.
Scoprirono rapidamente la cospirazione, identificando il commilitone di McVeigh, Terry Nichols, come complice chiave che lo aiutò ad acquistare i materiali e a fabbricare la bomba.
Un altro amico dell’esercito, Michael Fortier, era a conoscenza del piano ma non avvertì le autorità, in seguito testimoniò contro McVeigh e Nichols in cambio di una riduzione della pena e l’immunità per sua moglie che sapeva come lui.
Dietro tutto ciò c’era l’estremismo antigovernativo fiorita all’inizio degli anni ’90, alimentata da eventi che divennero grida di battaglia per la destra radicale e il nascente movimento delle milizie.
La data era stata scelta appositamente corrispondente allo stesso giorno, due anni prima, in cui vi fu l’epilogo violento dell’assedio a Waco, in Texas, dove per 51 giorni la setta dei Davidiani era stata assediata dalle autorità, che voleva requisirgli l’arsenale illegale che avevano accumulato nel loro complesso. Lo scontro finì con dei lacrimogeni lanciati all’interno dagli agenti che stavano per entrare, un incendio e la morte di tutti i Davidiani.
McVeigh, veterano della Guerra del Golfo, sempre più disilluso sul governo federale, insieme a Nichols e altri membri del movimento delle milizie, consideravano Ruby Ridge e Waco come esempi e prove di un governo tirannico, che combatteva una guerra contro i propri cittadini, aumentando misure di controllo delle armi come la legge Brady, secondo McVeigh per sottrarre le armi a tutti loro.
Timothy McVeigh, mai pentito delle sue azioni, il 2 giugno 1997, venne riconosciuto colpevole per 11 capi di imputazione: per cospirazione, omicidio colposo, uso di un mezzo di distruzione di massa, strage tramite esplosivo. Beccandosi infine l’iniezione letale.
Terry Nichols a suo carico aveva otto imputazioni per omicidio di primo grado e tre per attività dinamitarda, beccandosi 161 ergastoli senza possibilità di libertà condizionale.
Michael e Lori Fortier furono considerati complici per la loro presenza nella pianificazione dell’attentato.
Michael venne condannato a dodici anni di prigione e a una multa di 75 000 dollari per non aver avvertito le autorità circa l’attacco. Dopo aver scontato dieci anni e mezzo di carcere, Fortier venne rilasciato per buona condotta e inserito nel programma di protezione testimoni con una nuova identità.
Docuserie true crime su Netflix.
Rating:
Regista: Greg Tillman
Anno: 2025
Lascia un commento