Tár

Tár è la storia del lento ma inarrestabile declino della carriera di direttrice d’orchestra di Lydia, la prima conduttrice donna dell’Orchestra filarmonica di Berlino.

Mentre conosciamo la direttrice tutta d’un pezzo, una bitch, come la definisce un suo giovane studente della Juilliard School prima di abbandonare baracca e burattini, sua moglie Sharon e la figlia Petra, la sua assistente Francesca, si definiscono vari piani di lettura.

Partiamo proprio dal giovane studente per capire il fenomeno cancel culture, ovvero la tendenza delle masse di cancellare l’appoggio o l’apprezzamento per un personaggio pubblico che abbia fatto delle cose non socialmente accettabili ai giorni nostri.
Lo studente Max, che si definisce BIPOC (termine utilizzato maggiormente negli States per definire persone non bianche – Black, Indigenous, and People Of Color) pangender (persone che si identificano in tutti i generi) non vuole studiare Bach perché “al giorno d’oggi i compositori maschi, bianchi e cisgender” non fanno per lui. Lydia risponde in modo molto provocatorio che il lavoro di un artista famoso dovrebbe essere esaminato sempre e solo sulla base della qualità del suo operato e che, nel suo auspicabile futuro di giovane direttore d’orchestra, lui stesso non vorrebbe essere giudicato per il suo aspetto fisico, o religione, o genere, o razza.

Lo stesso termine morale Lydia pare applicarlo a se stessa e alla superba high-class idea di se stessa; scopriamo che la donna ha avuto una relazione sessuale con una persona del suo staff, Krista Taylor, e che al termine della relazione abbia “messo sulla lista nera” la giovane, screditandola con i colleghi e nell’ambiente musicale, di fatto trascinandola in una spirale di depressione e ansia dalle conseguenze terribili.

Eppure Lydia continua a non scusarsi, inflessibile in pubblico e anche nel suo privato, pur riservando la parte più umana di sé per sua figlia Petra.

Quindi sì, questo film parla anche di cancel culture e lo fa in modo complicato e forse controverso. Difficile non spoilerare raccontandovi la trama e analizzando quello che succede, ma le domande che sorgono dopo la visione del film sono molte.

Sicuramente è uno di quei film da guardare con attenzione perché ogni passaggio e importante e in un battito di ciglia raccontano o fanno intuire passaggi fondamentali.

La Blanchett è immensa, ma questa non è una novità. C’è qualcosa che questa donna non sappia fare? Si è già aggiudicata un Golden Globe come miglior attrice in un film drammatico e scopriremo il prossimo 12 marzo se riuscirà a vincere anche l’Oscar come protagonista, insieme alle altre 5 nomination, Miglior film, Miglior Regista, Miglior sceneggiatura originale per Todd Field e ancora Miglior fotografia e Miglior montaggio.

Non vi distraete, lo spettacolo sta per iniziare!

Piccola chicca: sebbene Lidya Tár non sia un personaggio reale, la sua presenza social è talmente azzeccata per il suo personaggio da sembrare reale; Lydia ha infatti un account su Twitter molto attivo dove pubblica persino annunci di lavoro per nuove assistenti :D ed esiste un suo sito ufficiale con persino uno store per acquistare i suoi dischi, ovviamente inesistenti, ma collegati a iniziative di beneficienza… bella pensata, molto originale!

Rating: ★★★★★★★★☆☆ 

Regia: Todd Field

Cast

Cate Blanchett: Lydia Tár
Noémie Merlant: Francesca Lentini
Nina Hoss: Sharon Goodnow
Sophie Kauer: Olga Metkina
Julian Glover: Andris Davis
Allan Corduner: Sebastian Brix
Mark Strong: Eliot Kaplan
Sylvia Flote: Krista Taylor
Anno: 2022

 

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