Corea | Parasite

Parasite non è un film semplice di cui parlare, non lo si può categorizzare facilmente e molti lo considerano un capolavoro moderno.
Bong Joon-ho, il regista coreano passa facilmente dall’horror al thriller, alla commedia, allo scenario distopico e riassume le sue influenze cinematografiche d’origine ma anche il grande cinema Hollywoodiano.

Partiamo dalla trama: conosciamo da subito una famiglia molto povera, i Kim: Ki-taek (Song Kang-ho) e Chung-sook (Chang Hyae Jin) i genitori e Ki-jung (So-dam Park) e Ki-woo (Choi Woo-shik) i due figli, che vivono in condizioni squallide in un appartamento/topaia, cercando di sopravvivere con qualunque stratagemma venga loro in mente. Un’opportunità lavorativa si presenta quando il figlio, Ki-woo, si mette a fare lezione di inglese per una ragazza molto benestante, che vive in una villa enorme e moderna nel quartiere bene di Seoul, insieme ai suoi genitori.

Ben presto il clan, il team dei Kim riuscirà facilmente a trovare il modo di farsi assumere dai Park, distratti, superficialmente disinteressati a chiunque stia al di sotto della loro classe sociale, tanto che non scopriranno mai che i Kim sono tutti un unico nucleo familiare, benché tutti loro faranno parte del loro quotidiano.

È qui che il regista mostra la sua maestria, tenendoci sul filo del rasoio, sia domandandoci come la sottile rete di inganni dei Kim riuscirà a reggere, sia mostrandoci la profonda disparità tra miseria e ricchezza.
Ci illustra i Parasites, i parassiti che si attaccano come insetti, infestando la casa dei Park, che a loro volta sono degli allocchi resi ciechi dalla loro stessa ricchezza, incapaci di fare qualsivoglia lavoro manuale senza doverlo delegare alla classe inferiore di lavoratori.

Sebbene i Kim siano fondamentalmente dei criminali bugiardi, è palese come il loro ruolo non ricada tra i “villain”, tra i cattivi del film: fanno solo quello che possono per sopravvivere, forzati da una società capitalistica colma di disperazione, mero interesse personale e dignità schiacciata, cinica e sporca.

Intrattiene senza mai perdere un colpo, e capiamo perché è considerato un capolavoro moderno e perché sia diventato il primo film sudcoreano a venire candidato ai Premi Oscar, vincendone quattro, tra cui quello per il miglior film, mai assegnato fino a quel momento a un lungometraggio non in lingua inglese.

Rating: ★★★★★★★★★★ 

Regia: Bong Joon-ho

Cast

Song Kang-ho: Kim Ki-taek
Lee Sun-kyun: Park Dong-ik
Cho Yeo-jeong: Choi Yeon-kyo
Choi Woo-shik: Kim Ki-woo
Park So-dam: Kim Ki-jung
Lee Jung-eun: Gook Moon-gwang
Park Myung-hoon: Geun-sae
Jang Hye-jin: Kim Chung-sook
Jung Ji-so: Park Da-hye
Jung Hyeon-jun: Park Da-song
Park Seo-joon: Min-hyuk
Anno: 2019

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