Top of the Lake: China Girl
Se mai fosse possibile questa seconda stagione di Top of the lake è ancora più bella e intensa della prima, il filo conduttore resta lo stesso: le donne, la maternità, le violenze e le manipolazioni che subiscono.
È un prodotto femminista? Forse, ma a dir il vero è uno specchio della disumanità e dello sfruttamento che subiscono le donne, in primis sui loro corpi fino alla loro psiche.
Prima era lo specchio di un lago ora quello dell’oceano che unisce e separa i continenti, quelli “ricchi” che sfruttano la fame e la miseria di quelli “poveri”.
Fulcro questa volta è lo sfruttamento sessuale verso le Tailandesi e in generale verso le China girls, usate con i loro corpi sia per la prostituzione sia come “forno” di madri surrogato per coppie benestanti disperate, nella speranza d’avere un figlio loro.
Ma la Campion non ha fretta di mostrarci e risolvere il crime, indugia sulle umanità dei protagonisti, i loro legami, le loro storie, ciò che li lega e ciò che li separa.
Poi c’è un nuovo elemento, ad alleggerire il drama e tutte le mostruosità che ci mostra la regista, la statuaria poliziotta Miranda (Gwendoline Christie) che porta con se una vena comedy, anche se non nelle sue intezioni.
Il Mostro sembra essere Puss, come il puss che viene fuori da una ferita infetta, un virus che non ha barriere, l’invidia profonda e radicata verso chi “ha”, da distruggere in ogni singola cellula.
Un incantatore di pussy, un serpente a sonagli che si erge a “maestro” di vita mentre sfrutta e manipola le menti fragili, bisognose e confuse.
Altra new entry è Nicole Kidman, una donna fragile, egocentrica e narcisista che non vede altro che se stessa, e che continua a ripetersi d’essere la best mother, the only one, mentre tutto le sfugge dalle dita.
La detective Robin Griffin, dopo la morte della madre, il caso in Nuova Zelanda e delle vicissitudini personali ritorna a Sydney al suo vecchio lavoro, ma ha un nuovo obiettivo e scopo, ritrovare sua figlia, data in affidamento dopo la sua nascita, perchè nata da uno stupro di gruppo (erano in tre) subito quando aveva 16 anni. La ragazzina le aveva scritto, ringraziandola d’averla messa al mondo, ma Robin ancora non aveva avuto il coraggio di risponderle.
Sul lavoro le viene affiancata a forza dal capo la poliziotta Miranda, perchè deve imparare, ma entrambe avranno qualcosa di buono e nuovo d’apprendere l’una dall’altra.
Tutti si nascondono dietro a ragioni intellettuali o a bisogni inalienabili, ma son solo maschere per non rivelare le proprie mancanze e vuoti interiori.
Una valigia riemerge dall’oceano, viene spinta da dei surfisti a Bondi Beach, ne escon fuori dei lunghi capelli asiatici…
Rating:
Ideatrice, sceneggiatrice e Regista: Jane Campion
Cast
Elisabeth Moss: Robin Griffin
Gwendoline Christie: Miranda Hilmarson
David Dencik: Alexander “Puss” Braun
Ewen Leslie: Pyke Edwards
Alice Englert: Mary Edwards
Nicole Kidman: Julia Edwards
Anno: 2017
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