Mad Men 7.11 – Time & Life

Passato, futuro e Identità

I nodi vengono al pettine e i tempi moderni arrivano inesorabili, come con Faust il Diavolo alletta i partners della SC&P con grandi Brand e tutto quello che hanno sempre sognato, andranno nel paradiso dei pubblicitari, l’unica cosa che devon fare è non avere più un nome, arrendersi, lasciarsi andare ed esser incanalati come pecore nel grande ingranaggio dei Tempi moderni.
Lasciandogli la sensazione che

“For the first time, I feel like whatever happens is supposed to happen”

Donald Draper, dopo aver perso un’altra moglie e tutto quello a cui s’era aggrappato come ancora di salvezza, dopo che la figlia gli ha appena detto qual’è stata l’eredità datale dai suoi genitori, ora perde anche la sua libertà ed identità lavorativa.
Come Peter Pan, l’ultimo spot su cui ha lavorato, sogna di poter ricominciare nell’Isola che non c’è, la California, ma gli resta solo di continuare a vivere nella sua miserabile vita.
Il nome Donald Draper non funziona più, le sue idee e magie da imbonitore non funzionano più, 10 anni prima la McCann voleva comprarlo manipolandolo tramite Betty, a cui fu fatto un provino per uno spot Coca-Cola, ora è costretto ad accettare incluso nel pacchetto SC&P, fagocitato dal colosso.
Nessuno lo ascolta più, interrompono le sue presentazioni, persino la Segretaria Meredith gli risponde “Don’t “sweetheart” me”, la sua voce magica e rassicurante non rassicura e calma più nessuno, mentre cerca di dire che “non è la fine ma solo un altro inizio”.
L’unica soluzione è arrendersi.
Il nome con cui si è reinventato, perché con il suo vero avrebbe potuto aspirare solo ad esser l’autista di Roger, è l’unica eredità che gli resta, e non è neanche il suo nome.

Roger si rammarica che il suo cognome non esisterà più, ha vinto una guerra con la McCann che non voleva vincere, ha vinto Cutler, il progresso e i computer.
Anche nel privato ne esce sconfitto, anche li il suo cognome non verrà tramandato, perché dice di avere una sola figlia femmina, quando in realtà un figlio maschio ce l’ha, ma per i suoi errori passati Kevin non è mai stato dichiarato Sterling, mentre Joan gli dice e lo ha sempre considerato per quello che è “un bambino”, chiedendole ancora presenza e conforto.

Nonostante i loro legami e affetti non dichiarati ognuno di loro chiama e informa subito del futuro la persona che gli è più cara, quella con cui c’è un trascorso, un legame, un affetto, un conforto, anche se gli errori passati non si posson cancellare.

Roger chiama Joan e poi Donald, Joan chiama gli altri soci, perché non c’è solo Donald Draper in quella barca che affonda, Pete sarà l’unico a rassicurare e confortare Joan, che invece per il supporto emotivo chiamerà il suo nuovo compagno; Pete informerà Peggy perché insieme hanno fatto un figlio, anche se entrambi non chiedono mai che fine abbia fatto, l’unico figlio maschio che anche lui non avrà il cognome del padre, e Peggy lo conforterà, accogliendo le sue paure e frustrazioni, come ha sempre fatto. Lei invece lo dirà a Stan, l’unico con cui ha un forte legame affettivo alla pari, e gli rivelerà del suo dolore, dei suoi sensi di colpa verso quel figlio che è da un’altra parte, che fa vivere anche a lei una miserabile vita.
Anche lei a lavoro non può scegliere di uscire dall’ingranaggio e dovrà per forza andar alla McCann.

Pete è l’unico che ancora vuol dare pugni, che non accetta un “no” come risposta, è quello che si rende conto del danno procurato a Trudy con il divorzio, alla figlia che non viene accettata in una scuola per il cognome che porta, per una faida secolare tra antenati, non vuole fare una sorpresa alla figlia che non se lo ricorda nemmeno più, disegnando un uomo con una cravatta e dei baffi che in realtà Pete non ha mai avuto. Ed anche sul lavoro pagherà quello che lui e Roger hanno fatto a Ken, che finalmente realizza la vendetta sognata, non accettandoli più come pubblicitari nel suo nuovo ruolo da cliente. Sembra che tutto sia definitivo.

La pecora Ted invece finalmente si sente sollevato, e si scusa con Donald per avergli soffiato il posto in California, dove è fuggito come Peter Pan da Peggy per non affrontare la miserabile realtà che il suo matrimonio era irrimediabilmente finito, ora è felice con una donna con cui ebbe una storia ai tempi del college e di cui non si ricorda nemmeno perché fosse finita.

L’unica che ne esce totalmente danneggiata è Joan, che già dalla McCann aveva ricevuto solo molestie sessuali e svalutazioni, anche alla riunione col Diavolo non viene considerata e allettata con nessun grande cliente. Solo Pete la rassicurerà dicendole che non la conoscono e non sanno con chi hanno a che fare.

Menzione d’onore per Meredith, il vero Campanellino del Donald Draper Peter Pan, lo riporta con i piedi per terra, elencandogli tutto quello che ha perso e sta perdendo, non può fare finta di nulla, non è un giorno come gli altri, non può prendersi e prendere in giro ancora tutti.

Altro richiamo alle origini confrontato con i Tempi moderni, e forse unica nota positiva, è che incontriamo una coppia gay che vive insieme, quando invece in passato Salvatore Romano fu licenziato proprio per questo.

Dopo tanto lottare nelle loro miserabili vite, in cui il “ho del lavoro da fare” è stata l’unica ancora di salvezza per tutti loro, forse l’unica risposta è l’accettazione di se stessi, per quelli che sono, con i loro peccati, difetti, incapacità, errori e fallibile umanità.

Roger bacia affettuosamente Donald e gli dice: “you are ok”.

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