Mad Men 7.10 – The Forecast
Sogni, fallimenti e vanità
Is that all there is?
Ormai la maschera Donald Draper si è completamente disgregata e tutti vedono cosa c’è sotto, il vero volto, ne sentono subito a naso la puzza perché è un uomo solo pieno di shit.
Dove si volti si volti Donald riceve solo porte e pugni in faccia, ormai tutti lo vedono per quello che è.
La giornata inizia con le pennellate di Melanie, l’agente immobiliare incaricata di vendere l’appartamento di Donald, ormai vuoto e desolante come lui.
“I have to show it to people with their eyes open”.
“This place reeks of failure”
“It looks like a sad person lived here,”
“And what happened to him? He got divorced, spilled wine on the carpet and didn’t care enough to replace it, not even for himself.”
Donald si difende attaccandola e proiettando su di lei i suoi di fallimenti
“Don’t blame your failure on me”.
Per poi rielaborare inventandosi un passato che non è mai esistito
“A lot of wonderful things happened here”.
Arrivato a lavoro Roger gli da un compitino facile facile da fare entro il week-end (2500 parole): “cosa vedi nel tuo futuro?”
così Donald cerca di convincersi, sul suo lettino psicanalitico, parlando al suo dittafono
“Let’s assume that it’s good, but it’s going to get better,”
ma chiaramente non riesce a prendersi in giro fino a questo punto, nel profondo lo sa che non è vero, che non c’è nulla di buono, ha paura, e ormai non ce l’ha tutta questa fantasia per riempire il suo appartamento interiore vuoto; così cerca di copiare dai compagni di banco
incalza Ted
“I mean, it’s good as it is, but is there a scenario in which it’s better?”
ma da cui o rimane deluso dalle risposte o scredita i loro sogni ed ambizioni, nella sua brama di risposte e un senso
Is that all there is?
La seconda cesellata su chi è Donald Draper, e il secondo pugno della giornata, gliela fa la sua figlia adottiva lavorativa, che lo conosce veramente bene e fino in fondo, Peggy.
“Why don’t you tell me all your dreams,”
“So that I can shit on them?”
Ma quello più inaspettato e più puro arriva da più lontano, da chi non lo conosce così bene, da chi lui non ha mai considerato una cima, un suo subalterno, uno che dovrebbe ammirarlo, il copywriter Mathis, che gli dice la più limpida, semplice e scottante delle verità, quello che in realtà vede il mondo di lui.
“You don’t have any character. You’re just handsome. Stop kidding yourself.”
Tante cose è riuscito ad ottenerle grazie al fascino e alla seduzione della maschera Donald Draper, è lui il prodotto che ha sempre venduto al pubblico, ma ora non regge più e se ne sente solo la puzza del marciume dei suoi fallimenti, della distruzione, della merda che ha dentro e che butta su tutto e tutti, ora la maschera Donald Draper può funzionare solo con delle ragazzine adolescenti.
E questo aspetto lo accomuna alla prima Signora Draper, Betty, anche lei bambina bambolina egocentrica che ha sempre e solo ottenuto tutto grazie al suo bel visino di rappresentanza.
Così il quarto pugno arriva da chi gli è più caro, l’unica donna che non ha mai smesso di amare, quella che non ha mai abbandonato, sua figlia Sally che vede lucidamente ed analiticamente entrambi i genitori per quello che sono, melma, che infangano solo tutto quello che hanno intorno.
“You can’t control yourself, can you?” …. “But it doesn’t stop you. And it doesn’t stop Mom. Anyone pays attention to either of you, and they always do, and you just ooze everywhere”. “You know what I’m gonna write down for my dream?” “I want to get on a bus, and get away from you and Mom, and hopefully be a different person than you two.”
Betty che gioca seduttiva con Glen, il bambino paffutello e un po’ inquietante vicino di casa che è sempre stato innamorato di lei, a cui regalò una ciocca di capelli, che a 18 anni si ripresenta alla sua porta, inizialmente non riconoscendolo e già civettando con lui, per dirle che ora è un uomo e vuol far la cosa giusta da eroe, arruolarsi; e invece di dissuaderlo in qualche modo la bambina Betty continua a giocar languida con i suoi capelli dicendogli che può concedergli solo una carezza perché è sposata.
Contro altare ai Draper melmosi c’è Joan, la sua ricerca della felicità e di un futuro che comprenda anche una vita affettiva con un uomo, non solo attratto dal suo corpo ma desideroso di dividere anche tutti gli altri aspetti della vita con lei.
Incontra per caso Richard in California, in un viaggio di lavoro alla loro sede li, lui ha tutto il suo futuro pianificato, ora è libero e di certo non c’entra una donna con un figlio piccolo.
Joan se la prende con la baby-sitter per poter avere solo felicità a ore, quando in realtà il “problema” è l’esser madre, ma lui ci ripensa e dice di voler il pacchetto completo. Quello che Roger non ha mai voluto da lei.
Alla fine della giornata Donald, dopo essersi ritrovato in una festa di schiaffi senza esser stato invitato, il futuro gli chiude l’ennesima porta in faccia, lasciandolo su due piedi fuori anche dalla sua casa.
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