Mad Men 7.08 – Severance

Donald è tornato sul suo lettino dello psicanalista a cercare di capire cosa è successo, che strade ha intrapreso durante il suo cammino?
Questa volta invece di andare alle feste, dove si alzeranno delle gonne, torna indietro nel passato per capire dove ha sbagliato, in cerca di risposte, tra i volti delle sue mille donne che si è fatto nei vicoli senza neanche sapere i loro nomi, quelle che ha lasciato li come spazzatura, un piatto valeva l’altro, eran li solo per servirgli, per sfamarlo, tutti i voli che ha perso, la vita non vissuta.

Porte che si aprono e quelle che si chiudono, porte da varcare, quelle dell’ascensore o una porta girevole, “quello che butti dalla finestra ritorna dalla porta”, come il licenziamento di Ken.

Tutti sono sul filo del rasoio… Wilkinson.

L’episodio inizia come citazione omaggio allo scomparso grande regista Mike Nichols, il cui capolavoro “Il laureato” è l’emblema di questa puntata, la domanda è: possiamo cambiare strada?

La Signora Robinson scompiglia i piani di Benjamin Braddock con il suo sexy spogliarello.

La donna in pelliccia fa ritornare Donald alle origini, vendeva pellicce quando conobbe Roger e prima di sposare Betty, gli fa tornare alla mente Rachel, con cui voleva scappare via ma per la quale non ebbe il coraggio di lasciar Betty, era lei la donna della sua vita?
Ted dice che nella vita di un uomo sono 3 le donne veramente importanti, quelle di Donald chi sono? La madre, Betty e …. Anna Draper? Di Megan resta solo un tappeto bianco sporco di vino del quale in realtà a nessuno dei due importava se non che fosse di moda.
Ma Ted consiglia che se non ci si sa decidere è meglio prenderle tutte. Come Donald ha sempre fatto.

Rachel è morta, non c’è più, come tante di quelle donne passate, forse la cameriera assomiglia vagamente alla prima amante che abbiamo conosciuto, Midge Daniels l’artista eroinomane, anche con lei Donald voleva fuggire via. Rovistando in quello che lui ha trattato come immondizia per capire cosa resta e cosa di prezioso ha irrimediabilmente perduto.

Ha dato alle sue donne le cose sbagliate per i compleanni e non? Per questo ha ricevuto una scossa che l’ha sbalzato fuori dai matrimoni e dalle relazioni?

Peggy e la strada dell’appuntamento al buio, in cui è considerata una tipa polemica e complicata solo perché si chiede “perché mangiare un piatto che non si ha ordinato?”, una cosa non è uguale a un’altra, e in cui si domanda “ma perché poi non sono mai più andata a Parigi?”, è una folle strada da intraprendere osare ed andarci con uno sconosciuto? È veramente così coraggiosa? Ma era tutta un’illusione di una sbornia, oppure no?

Joan intrappolata tra quello che vede il mondo: “corpo vs mente”, come capo segretarie ha sempre saputo gestire il comportamento maschile e maschilista, ma ora che ha cambiato ruolo credeva che la prospettiva fosse cambiata dall’esterno, ma invece così non è.
Gli uomini continuano a non aver rispetto per le donne, come se fossero delle galline o cani che al più suonano pianoforti, dei semplici oggetti sessuali, che esistono solo per “we are happy to serve you” come c’è scritto sul bicchiere usa e getta in cui butta la sigaretta Donald. Come le modelle per i pervertiti, e come hostess da sveltine notturne.

You’re not supposed to talk.

Ironicamente Peggy si dovette spogliare per esser presa seriamente da Stan.
Ma non capendo nella solidarietà femminile le uniche due al potere si scardinano sul qual’è la via più giusta, abiti morigerati e professionali o una donna non deve rinunciare alla propria femminilità anche sul lavoro?
Anni fa Joan ricevette in regalo una pelliccia, quando era l’amante di Roger, ora è una donna in grado di comprarsele da sola questi oggetti che valorizzano la sua femminilità e senza essere più una commessa che può permetterseli solo grazie agli sconti “dipendente”.

“Mi ha confusa con qualcun’altra”.

Anche Ted viene confuso con Pete. È Ted ad aprir la porta a Rachel in pelliccia “vorrei ricordarle che ha perso il volo”, e poi diventa Pete a richiudere la porta.
Di Ted scopriamo solo che va a feste di Vogue per veder donne con gonne che si alzano, ha lasciato la moglie ed è questa la sua nuova strada? Proprio come Pete che invece risogna l’altra strada, la California, ma forse era solo un’allucinazione.

Ken, il suocero va in pensione e si aprono nuove strade per lui, giocare a golf, diventare chef, la moglie di Ken gli ricorda che ha dato già un occhio alla compagnia perché dargli anche il resto della vita? È visibilmente infelice in quel che fa, può ancora cambiar strada e tornare a realizzare il sogno d’esser uno scrittore, ma lui aspettava solo l’aumento. Destino o coincidenza proprio il giorno dopo viene licenziato in tronco, sembra felice, ora può scrivere quello che vuole, deve solo avere il coraggio di varcare quella porta, ma ritorna indietro come un pirata in cerca di vendetta in un’altra veste.

“Ho fatto un sogno, ma il giorno dopo è morto”

Rachel per Donald
La California per Pete
Parigi per Peggy, ha lasciato il lavoro perché non l’avevano mandata a Parigi, poi non c’è mai andata ed è tornata allo stesso lavoro.
L’essere scrittore per Ken.
Il rispetto sul lavoro per Joan, che vorrebbe che bruciasse tutto l’edificio.

Quando muore qualcuno diventa tutto confuso, la morte dei suoi matrimoni, dell’amore, i voli che ha perso, la morte di se stesso, come la canzoncina, tutto va a fuoco, ma è tutto qui?

“I remember when I was a little girl our house caught on fire. I’ll never forget the look on my father’s face as he gathered me up in his arms and raced through the burning building onto the pavement. And I stood there shivering in my pajamas and watched the whole world go up in flames. And when it was all over, I said to myself, “Is that all there is to a fire?” Is that all there is?
♪ Is that all there is? ♪
♪ If that’s all there is, my friends ♪
♪ then let’s keep dancing… ♪

And then I fell in love with the most wonderful boy in the world. We’d take long walks down by the river, or just sit for hours gazing into each other’s eyes. We were so very much in love. And then one day, you went away. And I thought I’d die, but I didn’t.

And when I didn’t, I said to myself, “Is that all there is to love?”
♪ Is that all there is? ♪
♪ Is that all there is? ♪
♪ If that’s all there is, my friends ♪
♪ then let’s keep… ♪

I know what you must be saying to yourselves
“If that’s the way she feels about it why doesn’t she just end it all?”
Oh, no, not me I’m not ready for that final disappointment ‘cause I know just as well as I’m standing here talking to you that when that final moment comes and I’m breathing my last breath I’ll be saying to myself… ♪ Is that all there is? ♪”

Sono dei maledetti geni “Is that all there is!”

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