Mad Men 7.03 – Field Trip

L’episodio si apre in un cinema sulle scene del film “Model Shop” del regista francese Jacques Demy del 1968.

“Il protagonista è George Matthews, un giovane architetto 26enne disilluso e fragile nell’immobile attesa del compiersi del suo destino, insoddisfatto del suo lavoro, del rapporto con la ragazza con cui convive, estraneo a tutto quel che lo circonda è spaventato alla prospettiva di dover essere prima o poi richiamato alle armi, con probabile destinazione nel Vietnam.
Sta aspettando di essere richiamato, e come tale non può prendere decisioni in merito a qualsiasi altra cosa nella sua vita.
Girovagando per una triste Los Angeles, alla ricerca di un prestito per pagare la rata della sua bella automobile d’epoca, incontra una donna più matura di lui, la segue, scopre che lavora come modella in uno studio dove si realizzano foto pornografiche. Lei è Cécile, una francese divorziata, il cui squallido impiego le serve per tornare in patria, per riabbracciare l’unico figlio che non vede da due anni. L’incontro tra la donna delusa dalla sua infelice esperienza sentimentale e il giovane inquieto, che cerca un conforto alla propria solitudine, termina con una notte d’amore. L’indomani Cécile parte per la Francia e George, che ha ricevuto la cartolina precetto ed è stato abbandonato anche dalla fidanzata, si trova più che mai solo”.

Con le dovute differenze vi ricorda qualcuno? Il ragazzo che nella scorsa stagione alleviava la sua solitudine, il suo inferno interiore, nelle braccia di una donna infelice e più matura delle sue solite amanti.

Mad Men 7.03

L’attesa, la solitudine, le insicurezze che fanno divenire dei lunatic, il tempo si dilata, da bambini si vorrebbe ritornare indietro per non commettere più quell’errore, da adolescenti si piange e si vorrebbe rirecitare quella scena, non aver detto quella bugia un anno prima alla moglie, ma Donald è paralizzato in attesa di sapere qual’è la sua sorte alla SC & P, senza un lavoro lui è immobile, impietrito e incapace di prendere una sola decisione sulla sua vita, anche quella che già fece come promessa alla moglie l’anno prima.

Ma Donald finalmente decide di crescere ed uscire da quel limbo/purgatorio d’attesa per affrontare tutte le pene che i soci gli infliggeranno, anche le più impossibili, anche quelle progettate specificamente per ferire il suo ego e farlo uscire dall’azienda del tutto; ma senza atti di orgoglio Donald accetta tutto, per redimersi, per fixare.

Bobby, Donald, Megan, Betty, Francine come affrontano i rifiuti, le difficoltà, la solitudine, chi si evolve e cresce e chi resta old style.

“e’ ora di fare conversazione”

Donald, dopo il periodo di pietrificante attesa, decide di andare a fare una conversazione con Giuda/Roger, vuole tornare nell’azienda che ha fondato; Roger non sapeva nemmeno quale fosse la domanda e, siccome il suo nome è sulla porta, crede che non ci sia nemmeno bisogno di una conversazione con i soci per far ritornare l’amico di cui sente la mancanza in ufficio.
Donald va a Los Angeles, chiamato dall’agente di Megan, per aiutarla ad accettare i rifiuti, ma si finisce per parlare di quello attuato da lui nei riguardi della moglie da un anno, finalmente dice la verità, come gli aveva consigliato Sally, lui senza lavoro e in aspettativa si è sentito lunatic come Megan, solo tramite il lavoro può essere l’uomo che lei ha sempre viso.

Ma in ufficio sembra tutto cambiato, i visi, i nomi sulle porte, gli unici che non sono cambiati sono i creativi, che subito accolgono il genio tra loro chiedendogli nuovi spunti e una mano, iniziando dalla spazzatura.

Ai piani dirigenziali qualcosa è cambiato qualcosa no, Roger ritorna quello di una volta e si batte per il “genio”, Cooper sempre per i soldi, Cutler per un computer che possa soppiantare la creatività, Joan, protetta dal suo nuovo ruolo con gli stivali, decreta che non c’è più spazio per chi crea solo problemi, di cui stanno raccogliendo ancora i cocci, in nome della dignità redige delle clausole progettate per ferire il Draper ego, trattato come un bambino, e per farlo uscire dall’azienda dividendosi tra loro la sua quota di socio. Dovrà prendere l’ufficio di Lane, morto suicida in quella stanza.

Peggy, piena di astio nei di lui riguardi, gli va a dire che non ha sentito la sua mancanza, in fondo buttando su di lui la sua frustrazione nell’attuale mediocrità lavorativa in cui Ginsberg, tentando di tirarla su per la mancata nomination ai premi pubblicitari Clio le dice: “E’ un sollievo per te, non sei stata rifiutata… Non sei stata nemmeno considerata”.

Harry Crane non vuole avere una conversazione con Cutler, dopo esser stato ogni anno inascoltato per la richiesta di un loro computer, e da creativo inventa ragioni semanticamente inesistenti per i clienti.

“e’ ora di fare conversazione”

Francine si è evoluta, fare la Signora in una casa vuota non le basta più, ha bisogno di nuove sfide e soddisfazioni divenendo un’ottima agente di viaggio, Betty Draper è sempre Betty Draper old fashion, e per dirsi che il suo scopo è la cura dei figli, torna a casa e decide di accompagnare Bobby ad una gita della scuola; ma il bambino Draper la delude nella sua fantasia di giorno perfetto, dando il suo panino a un’altra bambina, e l’illusione di quella conversazione, di rapporto amorevole e di condivisione subito svanisce. Bobby vorrebbe tornare al giorno precedente e la bambina Betty a letto, che stringe il suo bambolotto più piccolo, al ritorno del suo padre/marito gli chiede “sono brava? Perché i miei figli non mi amano rovinandomi le giornate perfette?”.

“L’uomo che ha parlato con Hershey l’ho visto girare per strada con un cartello che dice: “La fine e’ vicina””

ma Donald Draper è tornato, cosa farà?

Mad Men 7.03b

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