Mad Men 7.02 – A Day’s Work

E’ San Valentino e tutto esplode, come un mazzo di rose o come una connessione che non c’è tra le persone e gli uffici.

E’ la resa dei conti, la verità, per chi ci ama e per chi ci è avversario.

La filosofia dell’episodio, e delle loro vite, ce la spiega Dawn

“Continua a fingere. E’ il tuo lavoro”

contrapposta a quella di Sally

Donald “Che cosa dico?”
Sally “Di’ la verità”

E lei già ne ha coscienza

“I’m so many people”

lei come il padre, come la madre, ma come tutti loro e noi stessi, siamo tante maschere, tante persone, si finge, si mente a volte agli altri spesso a se stessi.

Donald non vuole che la figlia vada ai funerali e veda il suo, i suoi fallimenti, per questo continua a mentirle; ha detto la verità a lavoro su se stesso ma era il momento sbagliato, ed ora è in panchina, in attesa di non si sa cosa, forse del funerale, tanto gli assegni continuano ad arrivare, come ironizza Ted.

E in tutta questa incertezza basta solo semplicemente dire la verità, almeno a Megan, che lui non ha intenzione di trasferirsi in California.

Nella confusione più totale non si sa più per cosa lavorare, chi sono i buoni e chi i cattivi, per la prima volta si è solidali e dalla parte di Pete che non sa a che ufficio anelare, a cui vengon fregati i clienti da Bob Benson rendendo il polo Cutler sempre più potente.

Roger ricorda un tempo in cui acquisiva il cliente Chevy con un solidale Donald Draper, quello che si trovava di fronte al suo ufficio e capiva ridendo alle sue battute del mattino, ora a nessuno importa ciò che dice e desidera, proprio come accade a Pete, come se fossero tutti…

Pete “A volte penso che forse sono morto e che mi trovo… non so se e’ il paradiso, l’inferno o un limbo. Ma mi sembra di non esistere. Nessuno si accorge che esisto”
Ted “Limitati a incassare gli assegni, prima o poi morirai”.

E così capita alle segretarie che vengono spostate senza aver colpe, Lou odia Draper e per interposta persona fa spostare Dawn che ancora è solidale con Donald, la segretaria di Peggy viene spostata solo perché ha ricevuto delle rose che Peggy desiderava inconsciamente, la scema bionda era giusta all’ingresso per rappresentanza, e Joan doveva far il gioco delle tre carte per far combaciare tutte le esigenze, amori e odi; alla fine anche lei viene spostata nel gioco degli scacchi, sia perché finalmente le viene riconosciuto che stava facendo due lavori e che lei appartiene al piano del commerciale ormai, ma sia probabilmente per destabilizzare ancor più Roger.
In questa ruota caotica in cui c’è razzismo, zero rispetto per le donne e per il lavoro altrui, alla fine fortunatamente Joan va al piano di sopra e il suo posto lo prende Dawn, la biondina ritorna a far rappresentanza e la segretaria di Peggy finisce da Lou.

Peggy sull’orlo di una crisi di solitudine se la canta e se la suona, prende i fiori altrui e scappa, rifiuta chi spera glieli abbia mandati, li ributta fuori dal suo ufficio perché puzzano di “funerale” italiano, poi li vuole buttar nel cestino e infine resasi conto dell’errore butta la segretaria.

Donald “Perche’ hai lasciato che ti mentissi?”
Sally “Perche’ e’ più imbarazzante che ti becchi a mentire, di quanto non lo sia per te mentire”
Donald “Quindi te ne sei stata ad aspettare, come fa tua madre?”

sono tutti in attesa, che maschera metteranno?

Donald e Sally da Simpatiche canaglie

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