Chasing Ice
Ritorna il recensore per caso, stavolta per fotografare i ghiacciai di questo film del 2012. Buona lettura!
a cura di Dotto
Se vi è mai capitato di sorprendervi guardando un vostro amico, o conoscente o parente, fotografare cibo ogni volta che andate ad un ristorante, allora non immaginate fino a che punto può spingersi l’ossessione a fotografare ripetutamente sempre lo stesso soggetto.
James Balog dal 2005 fotografa sistematicamente il ghiaccio, in Islanda, in Groenlandia, in Alaska ed in Montana.
Fotografa ghiaccio di tutte le dimensioni, da piccoli blocchi che riflettono la luce come prismi al sole, ai ghiacciai delle dimensioni di Manhattan che si estendono a perdita d’occhio. Fotografa ghiaccio di giorno e di notte.
Per fotografare ghiaccio, James Balog ha camminato cosi tanto ed in condizioni così estreme che ha dovuto subire un’operazione alle articolazioni del ginocchio; per continuare a fotografare il ghiaccio contro le raccomandazioni dei medici, James continua ad avventurarsi per ghiacciai e spesso è costretto a farsi impacchi di ghiaccio alle ginocchia, quando finalmente rientra alla base.
Questo documentario però non è solo sulla ossessione personale di un fotografo per il ghiaccio e sulla bellezza stupefacente e terrificante di enormi masse di ghiaccio che si sciolgono sprofondando nell’oceano, ma è anche sull’impegno sociale di un fotografo ed il suo progetto di documentazione, che vuole informare la gente sull’effettivo problema dei cambiamenti climatici.
75 minuti di splendide immagini, 43 macchine fotografiche, 18 ghiacciai: un documentario da sette stelline e mezza.
Rating:
Regia: Jeff Orlowski
Musiche: J. Ralph
Fotografia: Jeff Orlowski
Montaggio: Davis Coombe
Soggetto: Mark Monroe
Anno: 2012
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