Mad Men 6.10 – A Tale of Two Cities

La contestazione, noi – voi, il passato – il futuro, conservatorismo – evoluzione, contestazione – resistenza.

Ed in mezzo Pete, giovane ma vecchio anello di congiunzione tra questi due mondi, travolto dal cambiamento sente anche la puzza di marcio e di bruciato, ma quello che conta è l’apparente fumo negli occhi.

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L’America è in rivolta, e questa volta sono tutti davanti agli schermi spaventati, non ci sono più fazioni giuste o sbagliate, anche un accomodante commento politico da salotto/businnes può diventare o dar spunto ad un’aria di rivolta. C’è chi tira pietre e chi in risposta giustifica la polizia che spacca teste.

Creativi contro dirigenti, donne che vogliono un ruolo da esecutive e non più da segretarie, chi lo fa nel sistema e chi ci si trova perché ha dovuto subire il sistema, Los Angeles vs New York, la moglie vs la California dell’amore libero, opportunisti dell’ultim’ora che diventano eroi anche se perdono un cliente o geni che possono esser licenziati in tronco solo perché espongono liberamente le loro idee.

Tutto è in rivolta, tutto è contestato e di contro c’è la resistenza degli “anziani” dentro.

Non ci si può distrarre un attimo, girar lo sguardo, allontanarsi un week-end che tutto cambia, gli equilibri mutano nella sempre maggiore spaccatura tra il “noi” e il “voi”.

Crane è già sorridente e ambientato nel futuro.

Roger per tutto il tempo battibecca sul chi sono “io” e chi sei “tu” con l’ex parente, assunto da lui per favoritismo e sempre considerato un fesso, che cambiando luogo, lavoro e epoca è diventato un pezzo grosso.
Un nuovo modo di fare affari persi e forse trovati nel fumo.

In tutto ciò Donald Draper si ritrova attaccato ad un capezzolo e a seguire una bionda suadente per poi esser attirato dall’immagine di Megan, una donna libera che lascia il suo lavoro per stare vicino a lui e per accoglie il suo amore, un’altra volta l’idea che la soluzione sia un figlio che gli da una seconda possibilità, una rivolta verso la vita per non pensare che è un uomo morto.

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Ma come dice Roger Donald non sa galleggiare, dentro di se è troppo in rivolta anche se la morte non risolve niente.

Un’altra che vuole una seconda possibilità è Joan, vuole fare di più, vuol qualcosa di diverso di un semplice ruolo ottenuto per un dirty business, vuol diventare anche lei una esecutive, osteggiata dal maschilismo dai ruoli e trafile prestabilite, lei non ha avuto un Donald Draper che le insegnasse il mestiere e le proteggesse le spalle come Peggy.

Il suo lavoro è sempre stato il “dire la cosa giusta al momento giusto” da quando è entrata in azienda, è sempre stata sicura di se nel farlo, in fondo sembra lo stesso lavoro che fa Pete, ma invece ora cambiando ruolo/nome a quello che deve fare va nel panico e impietrita non riesce a proferire verbo.

Peggy continua a credere che Ted sia diverso, l’ultima porta in faccia non le ha fatto capire niente, solo perché ha assunto lei crede che l’abbia fatto perché non maschilista, e invece Ted incarica Pete di occuparsi del cliente procurato da Joan.

Ma Joan non vuole che le si venga rubata questa opportunità, anche lei è in rivolta, e cerca l’aiuto dell’inconsapevole Peggy.

Ma anche qui non vi è un fronte compatto, uno scontro tra il “mio” ruolo di donna contro il “tuo”, alla fine si arriva a un Noi.

A differenza dell’azienda in cui ad un’apparente e accondiscendente “voi”, scelto per il nome della nuova società, la bilancia dei clienti all’attivo e a gli uomini scelti da “loro”, la testa di pezza Bob Benson, viene fatta pendere notevolmente a favore di Ted e Cutler.

L’unico che si accorge dei fumi della rivoluzione anche in “casa” è Pete che però viene inascoltato nelle sue scene da isterico e a cui viene risposto “esci dagli affari”.

Come se neanche un lavoro fosse più un posto sicuro, Ginsberg lo può perdere da un momento all’altro, Pete che va dal capo a cercar giustizia viene scavalcato e liquidato.
Sembra che tutte le certezze siano andate proprio in fumo.

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Gli equilibri in ufficio stanno cambiando ma alla fine per quanto sia una società spietata che non perdona chi ha fatto bene, è pur sempre democratica … Non importa se sei donna, bianco o nero, se porti clienti nuovi hai la tua possibilità di farti avanti.

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