Downton Abbey – Episodio 3.05
Non siamo soliti recensire singoli episodi ma è giunta l’ora, questa puntata giro di boa lo merita, a dopo il continua se volete spoilerarvi.
OTTUSI. Ecco cosa ha fatto estinguere quasi del tutto la nobiltà, come i dinosauri.
Quest’episodio ne è stato l’emblema.
Il vincitore: Lord Robert Crawley
Dal punto di vista finanziario ha sfiorato per un pelo il tracollo, per un suo investimento sbagliato, e grazie al genero Matthew Crawley, che con un patrimonio ereditato ha salvato D.A. senza batter ciglio; e ora che cerca di toccare l’argomento “facciamo qualcosa per amministrare meglio la tenuta” Lord Crawley lo liquida annoiato mentre legge il giornale in salotto.
Altrettanto viene ammonito dalla moglie Mary, figlia di Robert, di parlare d’affari estromettendo il padre dalle decisioni dirigenziali, mentre Lord Crawley è assente per l’improvviso lutto, la perdita dell’ultimogenita. Ovvio che l’indelicatezza e la tempistica di Matthew nel parlar d’affari, in un giorno che dovrebbe essere straziante, è deprecabile, ma qualcosa bisogna pur fare per salvare la Loro Downton Abbey. E proprio non gli si può dire che sia un arrivista o speculatore, visto che l’eredità non voleva neanche accettarla perché non se ne sentiva moralmente degno.
E visto il suo desiderio di aver figli si preoccupa e occupa anche che questi ricevano in eredità una tenuta che si tiene in piedi.
Dal punto di vista paterno.
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Ciuccio e presuntuoso.
Per non ferire l’orgoglio di un medico di duchesse famose ottuso ignorante e saccente, altrettanto ciuccio e presuntuoso, non ascolta i Dubbi del medico di paese che vede casi diversi tutti i giorni e conosce la paziente sin dalla nascita. Ovviamente questo secondo azzecca la diagnosi e non viene ascoltato dagli ottusi che hanno solo Certezze.
“Lo spirito più dolce sotto questo tetto se n’è andato”
come dice Miss Hughes.
Persino Thomas ha buttato fuori la sua umanità, il personaggio più odiato piange per quello più amato.
E il padre, Lord Crawley dice:
“Ma non può essere. Ha ventiquattro anni. Non può essere”.
La sua fantasia di onnipotenza questa volta non ha funzionato.
Ma si ritorna tutti in salotto, agghindati come se nulla fosse, lui informa la sopraggiunta Lady Violet che ha trovato la bambinaia e che è già li.
Ognuno continua ad interpretare il suo compito ruolo, persino Mary continua ad essere fino all’esasperazione l’odiosa che è, non dando uno spiraglio di umano affetto alla rimasta unica sorella Edith.
Lady Violet si raddrizza le spalle, nonostante il dolore le procuri un mancamento (da Emmy), e va a pacificare con delle sagge parole per non far spaccare la famiglia.
Ma giustamente Lady Cora non ci stà, e da dell’”ottuso assassino” al marito, che è stato ottuso e assassino, a dare per certezza l’orgogliosa e saccente ignoranza, l’apparenza, la totale Immobilità.
Il sipario si chiude sulla morte di tante cose.
Lo scenario:
Il salotto e la sala da pranzo, tutti compiti come se nulla fosse, ognuno al suo posto, l’attesa, la nascita, “possiamo tornare tutti a letto?”, tutti accorrono cercando di gestire la morte.
Secondo atto: il capezzale.
Da questo punto in poi si assiste a una pièce teatrale, personaggi di cera sullo sfondo, Mary, ma poteva essere anche un manichino.
Edith, la mia nuova eroina. Si è alzata subito dal letto dopo il suo fallito tentativo di matrimonio, ascolta i saggi consigli di entrambe le nonne e si da una mossa, scrive a un giornale, viene pubblicata e le si chiede di scrivere ancora ogni settimana.
Il maligno Dio padre Lord Robert Crawley le dice che la proposta le è stata sicuramente fatta solo perché il titolo nobiliare dell’autrice darebbe pubblicità al giornale, ma Edith risponde.
Spera in un umano abbraccio dalla anaffettiva sorella Mary, che invece le continua a ribadire che “ne dubita” d’andare un po’ più d’accordo in futuro con lei.
Lady Violet lucida, sempre, una nobile attaccata con le unghie e con i denti alla tradizione, al conservatorismo, alla sopravvivenza ma con intelligenza, praticità e lei risponde a Robert:
“Se c’è una cosa che mi è del tutto indifferente sono i sentimenti di Sir Philip Tapsell”
(da Emmy)
E sta ancora a lei l’intuizione sul prosieguo:
“La decisione spetta allo chauffeur”
Quando ancora Lord Robert Crawley decideva del destino di tutti, finanziario e di morte, diviene il Lord del Vuoto, ora che la moglie l’ha smascherato e bandito dalla sua vita.
Ma lui non si ferma, continua ottusamente prepotentemente saccentemente ignorantemente con Certezza a giocare a Dio.
Un plauso a Isobel Crawley che finalmente, dopo una vita di chiacchiere sull’uguaglianza, il volontariato e gli ideali sociali, finalmente esce dal salotto ed entra in cucina, caccia la sua cuoca razzista, bigotta e ottusa per salvare concretamente Ethel, dopo essersi battuta con forza per farle tenere il figlio, non riuscitaci decide di assumerla per farle avere un futuro migliore. Anche a costo di mangiar porcherie o il thè col miele.
Le vicende di Bates son diventate di una noia mortale.
Una scelta troppo dolorosa da far digerire allo spettatore, uccidendo il personaggio migliore e più progressista della serie per rinverdire la trama e creare nuovo drama.
Anche se Sybil se lo sentiva di morire, detta a tutti quelli che le si presentano davanti le sue ultime volontà, già il giorno prima del parto.
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