Conversations with a Killer: The Ted Bundy Tapes
La docuserie, rilasciata nel 2019 per i 30 anni dalla morte di Ted Bundy, ripercorre cronologicamente la vita, i crimini, gli arresti, le fughe e la morte di Bundy, attingendo ad oltre 100 ore di registrazioni di interviste fatte a Bundy nel braccio della morte.
Delle ragazze iniziavano a sparire a Seattle.
Il primo tentato omicidio avviene il 4 gennaio 1974: la vittima si chiamava Joni Lenz, 18 anni, picchiata nel suo letto con una spranga di ferro e con questa violentata. La ragazza riuscirà a salvarsi riportando gravi lesioni.
Scompaiono almeno sei ragazze e solo a giugno si trova il primo corpo di una di queste.
Compare una testimone, Janice Graham raccontò alla polizia di essere stata adescata da un giovane ragazzo di nome Ted, con un braccio ingessato, che le aveva chiesto aiuto per caricare una barca a vela sul tetto della sua auto, ma arrivata all’auto la ragazza era stata invitata a salire perché la barca non si trovava lì. Janice riuscì a salvarsi e fece fare anche un identikit.
Prima ancora che la polizia realizzasse che il Ted sospettato, che tenevano sott’occhio, era il Ted giusto, lui si trasferisce nello Utah.
Ovviamente le acque si calmarono a Seattle ma in Utah no.
Qui, dopo aver fatto sparire due donne vicino a Salt Lake City, ne verranno trovati tempo dopo i corpi picchiati, violentati, sodomizzati e strangolati.
Una terza vittima si salva, Carol DaRonch era stata avvicinata da un uomo che, spacciandosi per un poliziotto, era riuscito a farla salire sulla sua Volkswagen Maggiolino, qui, dopo una una violenta colluttazione, la ragazza riesce a scappare denunciando l’accaduto alla polizia locale.
A questo punto Bunty si sposta in Colorado.
Avendo studiato psicologia e avendo frequentato i dipartimenti, per aiutarli con il profiling, sapeva quali erano le falle del sistema che poteva sfruttare a suo vantaggio. I dipartimenti di ogni Stato Americano non comunicavano gli uni con gli altri, quando ancora non esisteva il termine serial killer.
Era intelligente, elegante, un affabulatore distinto e educato, nessuno dei suoi conoscenti ha mai sospettato di lui. Unendosi poi ai Mormoni ebbe anche tutta la congrega dalla sua parte nel difenderlo “non può essere stato lui”.
Qui scompaiono almeno quattro donne tra gennaio e aprile 1975; il 16 agosto per caso un agente di pattuglia ferma un Maggiolino Volkswagen sospetto, perché guidava a fari spenti, nell’auto di Bundy vengono trovati una spranga, un passamontagna, un rompighiaccio e delle manette.
Bundy viene arrestato e messo in custodia in attesa di una prova definitiva.
Per quello che aveva in mano al tempo la polizia viene condannato per l’aggressione a Carol DaRonch.
A questo punto Bundy decide di difendersi da solo, licenzia il suo avvocato, avendo così accesso a una piccola biblioteca del tribunale. Da qui, senza manette o catene, riesce a scappare saltando da una finestra al secondo piano, proprio mentre l’FBI sta per incolparlo dei delitti in Colorado.
Dopo questa prima fuga Ted viene ripreso sei giorni dopo, si era nascosto nelle colline di Aspen e per fame era sceso in città, aveva perso 11 kg in una settimana.
Incredibilmente riesce ad evadere di nuovo il 30 dicembre 1977, facendo un buco nel soffitto della cella, da dove riesce a passare grazie alla sua straordinaria magrezza; sulla sua cella c’era l’appartamento del custode del carcere, indossa una sua divisa ed esce indisturbato dalla porta principale.
Dopo un lungo viaggio riesce a raggiungere la Florida.
Il 14 gennaio 1978 alle 2.45 di notte entra nella sede del gruppo studentesco Chi-Omega, a Tallahassee, dal corridoio accede nella prima stanza e uccide la ragazza che dormiva, Lisa Levy 20 anni, poi nella stanza di fianco uccide nello stesso modo, mordendo più volte il corpo di Margaret Bowman 21 anni.
Aggredisce anche le due ragazze nelle stanze seguenti trovate sul suo percorso, che però si salvano miracolosamente. Esce alle 3.00 di li, lo vede una ragazza.
La stessa notte, a otto isolati dalla sede della Chi Omega, dopo aver appena lasciato la confraternita, Bundy entra in un appartamento seminterrato e attacca la studentessa Cheryl Thomas, slogandole una spalla, fratturandole la mascella e il cranio in cinque punti. La ragazza si salva ma riporterà una sordità permanente e danni all’equilibrio che metteranno fine alla sua carriera di ballerina.
Il 9 febbraio 1978 scompare la dodicenne Kimberly Leach di Lake City si troverà il suo corpo otto settimane dopo in un parco. Due testimoni erano però riusciti a prendere il numero di targa di chi l’aveva abbandonata, auto che si rivelerà rubata. I ragazzi, successivamente, poterono identificare Ted Bundy dalle foto segnaletiche.
Ogni volta che Ted Bundy si doveva presentare a un confronto cambiava completamente aspetto, eludendo così il riconoscimento spesso da parte delle vittime.
Il 15 febbraio, Bundy viene fermato da un agente di polizia di Pensacola, vicino al confine di stato dell’Alabama, alla guida di un’auto rubata e, dopo una colluttazione con l’agente, viene arrestato di nuovo.
All’inizio Bundy, senza un documento di identità, non rivela il suo vero nome, solo dopo una settimana lo dirà grazie all’intervento della sua ex a telefono.
Qui le autorità non se lo vogliono far scappare, lo vogliono condannare per gli omicidi avvenuti li con la pena di morte.
Tra il 1979 e il 1980 in Florida vi fu il processo, la prova schiacciante saranno i segni dei morsi lasciati sui corpi delle due ragazze uccise al Chi-Omega e la testimonianza di una studentessa che lo vide uscire da li dopo gli omicidi.
La corte ritenne l’imputato colpevole di 3 omicidi, ma Bundy successivamente affermò di averne compiuti 26.
Bundy era convinto che l’avrebbe fatta franca anche sta volta, difendendosi da se in corte e mettendo su show matrimoniali per evitare condanna e pena. Si sposò in carcere ed ebbe una figlia. Riuscì anche a rimandare per tre volte la pena capitale grazie alle sue capacità persuasive.
Solo a pochi giorni dalla morte decise di confessare tutti i suoi crimini per la prima volta. Ai giornalisti, che lo avevano intervistarono per quasi 100 ore di conversazioni in carcere, diede solo un’analisi in terza persona dei crimini e di quello che era accaduto nella mente dell’assassino.
In queste 100 ore parla narcisisticamente di se in una versione edulcorata della sua vita e infanzia. Dice che non c’erano cause familiari per i suoi atti, solo l’uso di tanta pornografia e le delusioni amorose. Solo verso la fine si scoprì la componente necrofila dopo alcuni suoi omicidi.
Docuserie true crime in 4 episodi, in inglese con sottotitoli in italiano, su Netflix.
Rating:
Ideatore e Regista: Joe Berlinger
Anno: 2019
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