Mad Men 6.03 – The Collaborators

Torniamo sulle tracce di Donald Draper, questa settimana anche alla regia di questo terzo episodio della sesta stagione. La parola, come sempre, a losttuttalavita!

♪ If you admire me ♪ ♪ Hire me ♪ ♪ A gigolo ♪ ♪ Who knew a better day ♪ ♪ Just a gigolo ♪ ♪ Everywhere I go ♪ ♪ People know the part I’m playing ♪ ♪ Paid for every dance ♪ ♪ Selling each romance ♪ ♪ Every night some heart betraying ♪ ♪ There will come a day ♪ ♪ Youth will pass away ♪ ♪ Then what will they say about me? ♪ ♪ When the end comes, I know ♪ ♪ They’ll say just a gigolo ♪ ♪ As life goes on ♪ ♪ Without me ♪

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“It’s all about what it looks like, isn’it?”

E’ tutto nell’apparenza, quello che mostriamo di noi stessi, ognuno gioca il suo ruolo, ognuno porta la sua maschera, ognuna diversa in base all’occasione e all’interlocutore.

La finzione nei rapporti sociali, lavorativi, familiari.

“But sometimes you’ve got to dance with the one that brung ya”

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La brava massaia vestita da geisha con in testa un fiocco da pacco regalo che chiede al marito i soldi al mattino e “pretend-e”/pretend/finge un bacio prima che lui vada a lavoro, che si sente in colpa nel guardare la tv durante il giorno, si sente in colpa nel tradimento verso quel cuore, come dice la canzone su finale.
La brava moglie che finge per sei settimane perché in fondo quel figlio non lo vuole, ha altri palcoscenici da calcare, e anche dopo l’aborto continua a fingere che voglia “quello che vuoi tu”, baciando il marito appena rientra a casa.
Anche l’altra brava moglie avrebbe preferito la finzione, la discrezione di Pete nei suoi tradimenti, perché il “ what it looks like” è la cosa fondamentale.

“..than watch that guy screw my girlfriend”

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Anche a lavoro i clienti fingono mentre fottono la loro stessa società, la Jaguar e la Heinz, sorrisi e strette di mano demandando ai pubblicitari il compito di agire, verso i superiori, il piano per raggirarli e fotterli.
Ma qui Donald finge per non far ottenere al cliente un’altra volta tutto quello che vuole, perché s’è già fottuto la sua “girlfriend” lavorativa, Joan.
Pete si fotte la vicina ma senza spiegare stupidamente prima le regole del gioco, non lo conosce il trucchetto di Donald “i tradimenti avvengono solo nella propria testa”, e così viene fottuto dall’amante e dalla moglie.
L’ingenua Peggy di fa fottere da Ted, rivelando l’indiscrezione sulla Heinz che le ha confidato la sua ex girlfiend/collega/agenzia, demandando a lei il compito da squalo fottitrice per rubare il cliente.
Anche Donald in un momento di sincerità dice a Sylvia di non fingere, lui sa quello che vuole, fottere solo lei, ma a casa dice alla moglie che “vuole quello che vuole lei”.

Restando poi fuori alla porta di casa, dopo aver finto di andar a buttar giù l’immondizia per prendere l’appuntamento per il prossimo amplesso, perché per quanto si porti la maschera della finzione e si conoscano tutti i giochetti mentali per non sentirsi in colpa qualcosa ti assale facendoti accasciare a terra tra il dentro e il fuori, tra la finzione e la verità, tra la maschera che si porta e il desiderio che ci spinge in un altro letto.

E dal micro al macro anche l’America porta la sua maschera, per non vedere che la guerra la stanno perdendo, continuano tutti ad andar in ristoranti costosi e scintillanti come se nulla fosse.

Il saggio dottore a inizio episodio dice a Donald “You got to stop that nonsense”, riferendosi al vizio del fumo, ma è anche quel vizio nel mentire costantemente anche per scoparsi Sylvia. Ma anche la guerra è un “nonsense”.

Ma proprio non si riesce a cambiare canale, come accade a Pete con la sua tv, per quanto cercano di “pretend” sono in guerra… tutti con loro stessi e le loro vite, in un alternarsi tra il fottere e/o essere fottuti, e stanno perdendo.

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