Tyrant

Tyrant [new]

a cura di loislane

Sapere che i creatori di questo nuovo family drama (come lo definiscono, per me è un political drama) sono gli stessi di Homeland, lascia ben sperare in questa serie, che secondo me è altrettanto intensa e stimolante.

Sinteticamente, la trama: in un non meglio definito paese arabo, governato da un dittatore cattivo come solo nella triste realtà esistono, sta per celebrarsi il matrimonio del nipote, figlio dell’erede al trono. Questo lieto evento famigliare richiama in patria il figlio cadetto del dittatore, Bassam Al-Fayeed, esule in terra straniera (USA) per propria scelta personale.
Della sua decisione di lasciarsi alle spalle il paese e l’ingombrante e imbarazzante famiglia, poco si sa. Alcuni flash back lasciano intendere che si è trattato di una viscerale divergenza di pensiero e di azione, culminata nella decisione di autoesiliarsi, di rinnegare lo stile di vita della famiglia ma non i legami di sangue. Infatti, Bassam è profondamente legato ai propri cari, in particolare al fratello, che ama nonostante questi sia…

Eh no, sto andando oltre il pilot. Qualunque altra aggiunta è un po’ uno spoiler della storia. Che invece è bene scoprire pezzo per pezzo, tra meravigliose ambientazioni da mille e una notte (la ‘famiglia’ è una vera e propria famiglia regnante, lusso à gogo) e architettura araba incantevole da una parte, e una situazione politico-sociale fortemente discutibile, che fa da sfondo.

Il cast mi sembra azzeccato. Il protagonista, Bassam-Barry è Adam Rayner, attore inglese belloccio (già visto in Hunted); il fratello Jamal è interpretato da Ashraf Barhom, che ben si presta a caratterizzare il suo personaggio, folle e schizzato ma, in fondo, capace di slanci d’affetto nei confronti del fratello minore, che rispetta e di cui si fida. Da segnalare anche la bella e fascinosa Morian Atias, che interpreta la scaltra e calcolatrice moglie di Jamal.
“Purtroppo” anche questa volta non ci viene risparmiata la presenza di due figli adolescenti, che –sono certa- presto si metteranno nei guai.

La serie è stata accolta da critiche negative, perché mostra un paese arabo in cui ingiustizia, prevaricazioni e soprusi governano la popolazione. In verità lo trovo molto realistico, per quello che ci è dato conoscere del mondo arabo e della cultura islamica. Capisco in parte la critica ‘tecnica’, riguardo al fatto che pur essendo ambientato in medio-oriente, parlano tutti in inglese; ma, d’altro canto, l’alternativa era sottotitolarlo tutto dall’inizio alla fine. Avrebbe avuto senso? Non credo.

In corso la 1° stagione, di 10 episodi della durata di 45 minuti.

Rating: ★★★★★★½☆☆☆ 

Ideatore: Gideon Raff
Produttore esecutivo: Howard Gordon, Craig Wright, Glenn Gordon Caron, Gideon Raff, David Yates, Michael Lehmann, Peter Noah, Avi Nir

Cast:

Adam Rayner: Bassam “Barry” Al-Fayeed
Jennifer Finnigan: Molly Al-Fayeed
Ashraf Barhom: Jamal Al-Fayeed
Moran Atias: Leila Al-Fayeed
Noah Silver: Sammy Al-Fayeed
Anne Winters: Emma Al-Fayeed
Fares Fares: Fauzi Nadal
Salim Daw: Yussef
Justin Kirk: John Tucker
Mehdi Dehbi: Abdul
Alice Krige: Amira Al-Fayeed
Anno: 2014

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