Chernobyl

Questa miniserie è arrivata al vertice delle migliori serie di tutti i tempi su Imdb, a me è piaciuta, perchè fatta molto bene e interpretata ancor meglio, ma di certo guardandola non si urla al capolavoro.
Sicuramente però durante la visione viene da urlare ripetutamente contro l’agire illogico ottuso e omertoso di molti dei protagonisti che hanno portato a questa catastrofe evitabile che ha segnato la storia dell’umanità.

La HBO ci mostra un’indagine approfondita sul più grave incidente nucleare della storia avvenuto il 26 aprile 1986 con un rilascio di radiazioni quattrocento volte più potente della bomba atomica sganciata su Hiroshima durante la seconda guerra mondiale.

Il tutto raccontando senza filtri cosa accadde davvero in quei tragici momenti, secondo per secondo minuto per minuto, mostrandoci tutti coloro che hanno coraggiosamente sacrificato le proprie vite tentando di arginare una catastrofe epocale, i cui effetti si stima abbiano causato un bilancio totale di circa 4000 morti su 5 milioni di residenti nelle aree europee contaminate, mentre il governo Sovietico a tutt’oggi ha dichiarato che l’evento causò solo 31 morti.

Nei giorni dopo l’esplosione, 237 persone furono ricoverate per gli effetti delle radiazioni, di cui 31 tra pompieri e operai morirono poco dopo.
Negli anni successivi, furono registrati centinaia di casi di sindrome acuta da radiazioni e cancro: tutto a causa di un errore umano che si sarebbe potuto evitare rispettando i protocolli di sicurezza.

La figura della fisica Ulana Khomyuk (Emily Watson), scienziata dell’istituto per l’energia nucleare dell’Accademia di scienze della Bielorussia SSR che diventa membro della squadra che investiga sul disastro, in realtà non è mai esistita ma creata come simbolo di tutta la comunità scientifica che fu al fianco di Valerij Alekseevič Legasov (Jared Harris) vicedirettore dell’istituto dell’energia atomica Kurchatov e parte della squadra che risponde al disastro di Chernobyl.

In tutto 5 puntate da 60-70 minuti ognuna.

Jared Harris e Stellan Skarsgård sono bravissimi.

Rating: ★★★★★★★★☆☆ 

Ideatore: Craig Mazin

Cast

Jared Harris: Valerij Alekseevič Legasov
Stellan Skarsgård: Boris Evdokimovič Ščerbina
Paul Ritter: Anatolij Stepanovič Djatlov
Jessie Buckley: Ljudmila Ignatenko
Adam Nagaitis: Vasilij Ivanovič Ignatenko
Con O’Neill: Viktor Petrovyč Brjuchanov
Adrian Rawlins: Nikolaj Maksimovič Fomin
Sam Troughton: Aleksandr Fëdorovič Akimov
Robert Emms: Leonid Fëdorovič Toptunov
Emily Watson: Ulana Jurivna Khomjuk
David Dencik: Michail Sergeevič Gorbačëv
Mark Lewis Jones: Vladimir Karpovič Pikalov
Alan Williams: Aleksandr Čarkov
Alex Ferns: Andrej Glukhov
Ralph Ineson: Nikolaj Dmitrievič Tarakanov
Barry Keoghan: Pavel Gremov
Fares Fares: Bačo
Michael McElhatton: Andrej Stepašin

Anno: 2019

“Valery Legasov si è tolto la vita all’età di 51 anni, il 26 aprile 1988, esattamente due anni dopo l’esplosione di Chernobyl.
Le audiocassette delle memorie di Legasov sono circolate nella comunità scientifica sovietica.
Il suo suicidio ha reso impossibile che fossero ignorate.

Dopo la sua morte, gli ufficiali sovietici hanno finalmente ammesso gli errori di progettazione dei reattori RBMK. I reattori sono stati modificati per prevenire un secondo incidente come quello di Chernobyl.

Legasov è stato aiutato da decine di scienziati che hanno lavorato strenuamente al suo fianco a Chernobyl.
Alcuni di loro hanno contestato i rapporti ufficiali degli eventi e dovettero affrontare denunce, arresti e la prigione.

Il personaggio di Ulana Khomyuk è stato creato per rappresentarli tutti e per onorare la loro dedizione e il loro servizio verso la verità e l’umanità.

Boris Shcherbina è morto il 22 agosto 1990, quattro anni e quattro mesi dopo essere stato a Chernobyl.

Per il loro ruolo nel disastro di Chernobyl, Victor Bryukhanov, Anatoly Dyatlov e Nikolai Fomin sono stati condannati a dieci anni di lavori forzati. Dopo essere stato rilasciato, Nikolai Fomin è tornato a lavorare… nella centrale nucleare di Kalini, in Russia.

Anatoly Dyatlov è morto per malattie correlate a radiazioni nel 1995. A 64 anni.

Il corpo di Valery Khodemchuk non è mai stato recuperato. È permanentemente sepolto sotto il reattore 4.
I vestiti dei vigili del fuoco sono ancora nel seminterrato dell’ospedale di Pripyat. Ad oggi sono altamente radioattivi.

Dopo la morte di suo marito e di sua figlia, Lyudmilla Ignatenko ha avuto numerosi ictus.
Secondo i medici non avrebbe più potuto avere un bambini. Si sbagliavano. Vive con suo figlio a Kiev.

Di tutte le persone che sono andate al ponte sulla ferrovia, è stato segnalato che non è sopravvissuto nessuno. Oggi è conosciuto come “Il ponte della morte”.

400 minatori hanno lavorato duramente per un mese per evitare la fusione completa.

Secondo le stime almeno 100 di loro sono morti entro l’età di 40 anni.

Numerosi fonti riportano che i tre sommozzatori che hanno svuotato le cisterne sotto al reattore sono morti a seguito delle loro eroiche azioni. In realtà, tutti e tre sono sopravvissuti. Due sono ancora vivi.

Oltre 600.000 persone sono stati coscritti per lavorare nella zona di esclusione.

Nonostante le numerose testimonianze di malattie e morti a seguito delle radiazioni, il governo sovietico non ha stilato rapporti ufficiali sul loro destino.

Le regioni contaminate di Ucraina e Bielorussia, conosciute come “Zona di esclusione”, comprendono in totale 2.600 kilometri quadrati. Circa 300.000 persone sono state evacuate dalle loro case. Gli dissero che era temporaneo. È ancora proibito ritornare.

Mikhail Gorbachev ha governato l’Unione Sovietica fino alla sua dissoluzione nel 1991.
Nel 2006 ha scritto: “L’incidente nucleare di Chernobyl… forse è stata la vera causa del collasso dell’Unione Sovietica.”

Nel 2017 sono stati completati i lavori per la nuova struttura di contenimento a Chernobyl, ad un costo di quasi due miliardi di dollari. È progettata per resistere 100 anni.

Dopo l’esplosione, c’è stato un forte aumento d’incidenza di cancro in Ucraina e in Bielorussia.
L’aumento maggiore ha riguardato i bambini.

Non sapremo mai il reale costo umano di Chernobyl. La maggior parte delle stime vanno da 4.000 a 93.000 morti.

Il conto ufficiale sovietico, immutato dal 1987… è di 31.

In memoria di tutti coloro che hanno sofferto e si sono sacrificati.

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