13 Reasons Why


Tredici, sesso droga e… musicassette.
Tredici episodi strutturati attorno ad Hannah Baker, un’adolescente che narra le vicende che l’hanno portata a decidere di suicidarsi.

Ha avuto un successo fantasmagorico, Netflix l’ha osannata e pubblicizzata, fino a prendere la decisione, a pochi giorni dalla messa in onda, di produrre subito un’altra stagione (a discapito di una perla rara come Sense8… ma questa è un’altra storia).

Ogni lato delle 13 cassette riguarda le azioni delle persone che l’hanno circondata, tra scuola e famiglia. Le persone interessante devono ascoltare le cassette e successivamente passarle al prossimo in lista, in modo che capiscano cosa hanno fatto e come hanno contribuito alla sua decisione.

La storia di Hannah è una tragedia che si consuma su due timelines, quella passata raccontata da lei e quella presente, nella quale Clay Jenssen, un ragazzino un po’ nerd che conosce Hannah nel cinema dove lavorano entrambi, cerca di capire il mistero che gira attorno alla sua defunta amica. Clay infatti, invece di ascoltare tutte insieme le cassette, si prende del tempo per capire a fondo, portando lo spettatore all’esaurimento: “Ascolta quei maledetti nastri” è quello che continuano a ripetergli tutti, dando voce ai nostri pensieri.

Personalmente ci ho messo un po’ per “digerire” questo telefilm e dargli un giudizio onesto. La storia in sé è devastante, la vita degli adolescenti è uno schifo, su vari livelli, anche senza metterci dentro bullismo e violenza. Ma nel grande quadro di questo Tredici le vicende di Hannah toccano corde dolorose.
Forse però, il vero fulcro di tutta la storia è proprio Clay: quasi estraneo alla storia, essendo arrivando per ultimo tra le amicizie di Hannah e, durante l’ascolto delle cassette è quasi immediato capire che Clay è l’unico che può salvarla, o che avrebbe potuto salvarla. La classica figura del personaggio impacciato e buono, che però si scontra con la realtà dei fatti: Hannah e morta e nessun eroe può apparire un secondo prima dell’estremo gesto e salvarla. Questo concetto dell’inevitabile realtà rende seriamente difficile dare un giudizio obiettivo, prescindere dalle recitazioni o dalle situazioni american-scontate.
Forse la forza di questa serie è stata proprio porre lo spettatore faccia a faccia con l’inevitabile, ce lo dicono subito che Hannah è morta e che tutto quello che poteva essere… semplicemente non è stato.

Da sapere: 13 Reasons Why è stato creato da Brian Yorkey, uno sceneggiatore che ha ricevuto il Premio Pulitzer per il musical Next to Normal, che tra le altre cose racconta di persone che soffrono di malattie mentali.
Durante la produzione della serie, sono stati consultati molti professionisti che si occupano di malattie mentali, oltre a illustri psichiatri e psicologi americani.

Rating: ★★★★★★¾☆☆☆ 

Cast
Dylan Minnette: Clay Jensen
Katherine Langford: Hannah Baker
Christian Navarro: Tony Padilla
Alisha Boe: Jessica Davis
Brandon Flynn: Justin Foley
Justin Prentice: Bryce Walker
Miles Heizer: Alex Standall
Ross Butler: Zach Dempsey
Devin Druid: Tyler Down
Amy Hargreaves: Lainie Jensen
Derek Luke: Kevin Porter
Kate Walsh: Olivia Baker
Anno: 2017

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