Mad Men 7.14 – Person to Person

Un’era che finisce… e un’altra che arriva a tutta velocità, irrompendo come un tuono a 130km orari, battendo tutti i record di velocità terrestre, come Don sta fuggendo da se stesso.

L’era che finisce è incarnata da Betty Draper-Francis, quella che è sempre stata Old Style, quella che dava un punto di riferimento a Don, dopo Anna Draper, la madre dei suoi figli, quella che è sempre restata per lui il suo Bird, un cambiamento veloce, repentino come un tumore che ti lascia sei mesi di vita, un cambiamento da cui non si può tornare in dietro.
Una casa, anche se lui ne era escluso, che però era creata ed esisteva dentro di lui perché c’era quella Persona, ma da Persona a Persona, di chi si conosce bene da una vita, Betty ha deciso che lui non deve cambiare, deve essere la “normalità” per i loro figli, cioè assente e inaffidabile come è sempre stato, un padre da week-end, qualcuno di cui nessuno sente la mancanza.

Dopo questa ennesima consapevolezza e presa di coscienza, questo ennesimo spintone datogli dalla vita a cui è chiuso, dai rapporti, dai legami, quando non è servito nemmeno tornare al punto di partenza, nei luoghi di Anna Draper, che lo conosceva per quello che è e lo amava lo stesso, Donald cerca di salvare Stephanie quello che resta della famiglia Draper, la nipote di Anna, anche lei ha abbandonato il suo bambino, come Don ha fatto con i suoi, sentendosi corrodere dai sensi di colpa, sapendo che non avrà mai il coraggio di varcare quella porta, dove dietro c’è il figlio che l’aspetta.
Donald vuol salvare lei, per salvare un po’ di se stesso, per avere uno scopo, ma Stephanie gli dice che lui non è la sua famiglia. Anche lei non riesce a “sentire” i legami come lui, nel tumulto e nella confusione degli anni ’70.

Le persone entrano ed escono dalla nostra vita senza salutare, così come voleva fare Betty con lui, allora Don pensa a chi gli è caro, a chi lui non mai detto che gli vuole bene.
Lui è l’uomo che vive nel frigorifero, Dick-Leonard, l’uomo invisibile, quello che vive nel suo inferno che nessuno ha mai visto e conosciuto, quello che combatte con i suoi mostri interiori, i suoi sbagli irreparabili, quello che le cose se le lascia alle spalle altrimenti non riuscirebbe ad andar avanti, quello dagli abbracci e i ti voglio bene congelati, perché si è sempre sentito solo e uno stranger, quello che se non ci fosse non mancherebbe a nessuno, nessuno ha bisogno di lui, neanche Stephanie che è l’unica a conoscere Dick, anche Sally pensa che Bobby e Gene debbano restare con Henry per dar loro un senso di stabilità.
Da Persona a Persona Donald chiama Peggy, perché è l’unica a cui tiene e a cui sente di dire Good-by, a lei rivela chi è veramente perché lei non lo conosce l’uomo nel frigo.
Ma Peggy gli dice che non è vero, non è vero che non ha mai fatto nulla di buono, che gli vuole bene lo stesso e che deve tornare a casa perché ci sono tante persone preoccupate per lui e che sentono la sua mancanza, “torna a casa, c’è del lavoro da fare”. Peggy lo salva, è l’unica che gli diede conforto e gli fu vicina durante la notte in cui morì Anna Draper, è l’unica che ha sentito veramente di abbracciare, ed aprirsi rivelando un poco di se, dell’uomo nel frigo, durante il ballo sulle note di My way. Anche il “non dovresti stare da solo in questo momento” di Peggy è la solita beffa riguardante Dick/Don che nonostante sia sempre tra la folla s’è sempre sentito solo ed estraneo.
Ma comunque Peggy lo ritira nella realtà, in qualcosa di concreto, “the real thing”, lo illumina.

Perché Don è come dice Stan, un sopravvissuto che se la cava sempre, uno che anche se non riesce a rimediare ai suoi errori come Persona, da grande e geniale truffatore manipolatore riesce a sfruttare i suoi tormenti, il suo dolore, le sue mancanze e sensi di colpa per realizzare un altro carosello, il better place da tutti sognato, la felicità concretizzata in un oggetto da vendere. Lo spot che veramente resterà nella storia.

Che la pace, e il raggiungimento del paradiso, gliela dia l’illuminazione con il be open su come sfruttare a suo guadagno quello che ha intorno, l’open mind verso una nuova era, o che sia la consapevolezza che Dick è Donald Draper e che in fondo non è tutto perso, che c’è comunque qualcuno che gli vuole bene e che sente la sua mancanza, della Persona formata da Dick e Donald.
Perché è come dice il fidanzato di Joan, è una scelta quello che si è, basta solo iniziare a vedere e a ricambiare l’amore che gli si da, perché in fondo anche lui ne merita un po’. E già questa consapevolezza è un better place in cui vivere, già aprire le braccia a questa nuova concezione e accettazione di se lo porta dall’inferno al paradiso.

E così anche gli altri Mad Men e Women, da Persona a Persona si confrontano nei rapporti che contano e hanno un valore da una vita, affetti, legami, amicizie, stima, anche se alcune iniziano con “che cosa vuoi?”, perché Home è sempre stato il loro lavoro, trascurando le vite private, come Stan fa capire a Peggy. Rapporti che avevano davanti agli occhi e a cui non hanno mai dato il giusto peso e valore, Roger e suo figlio, il little rich bastard, Peggy con Stan, Pete con Peggy e la sua famiglia, Joan verso se stessa.

La morte che incombe, è Halloween, con i suoi scheletri che però sono anche addolciti con dei gattini, segno di tenero rinnovamento, come il quadro di Cooper, come il frigo di Joan che appena Roger le da una dimostrazione di concreto affetto verso il loro figlio, lei si preoccupa chiedendogli “stai morendo?”, e Roger “forse, mi sto sposando”.
O tramite il gioco di parole di Meredith “I hope he’s in a better place.” e Roger le risponde “He’s not dead. Stop saying that”. Ma Meredith è come Donald, cade sempre in piedi.

Roger “I know you’ll land on your feet”.

Meredith “I always do”.

Meredith ci mancherai.

Person to Person

Peggy e la McCann

Peggy scopre che le han fregato un suo cliente/lavoro ed affronta le situazioni e Persone di faccia per riottenere quello che le spetta e desidera.

Don e Eve

Don faccia a faccia con Eve, forse non a caso ha questo nome, la donna ancestrale ladra di soldi e anelli senza nemmeno chiedere, proponendo la seduzione e il concetto di “care of”, quello di voler scoprire lui chi è, proiettando su di lui il suo “essere”, l’uomo facoltoso e misterioso è sicuramente un ladro di idee per trarne guadagno.
Quando in realtà in questo letto e confronto la truffatrice è lei

Eve “I like having a man to take care of”

ma Donald non ci casca più e controlla il portafogli

Eve “Maybe I wanted to know who you were…Everybody thinks you’re from Detroit, come to steal their secrets”

cosa che nella realtà-specchio è così, il truffatore DD ha sempre rubando i segreti degli altri per trasformarli in spot da rivendere, e così farà anche questa volta

Don “Did you leave me anything?”

come l’ultima donna/moglie rapinatrice che è partita con “I like having a man to take care of” ed alla fine gli ha rubato 1milione di dollari e tutto il mobilio.

Eve “You’ve never paid for it, huh?”
Don “I have and I will. I just like it to be voluntary. Could have asked me”
Eve “That’s never worked”

Ed è vero, le donne in passato non hanno mai chiesto o detto quel che volevano faccia a faccia, truffavano per ottenere anelli proponendo paradisi di interesse e cura dell’altro quando in realtà era solo del proprio, com’è stata l’ultima moglie segretaria di Don e Roger, le donne moderne, quelle evolute, cresciute ed emancipate chiedono e dicono Person to Person, come Peggy circa il cliente che le è stato tolto e Joan circa cosa è realmente per lei ricevere una buona notizia.

Eve “Whose ring is that?”
Don “Weren’t you gonna steal it?”

Ormai un anello negli anni ’70 non ha più un valore, nessuno sa cosa farsene di un anello e di un matrimonio, le nuove donne non aspirano più a quello, tutte in fermento, tutte in velocità, tutte che hanno abbandonato i loro figli, da Roger abbiamo scoperto che sua figlia non è mai più tornata a casa e quindi il figlio se lo stanno crescendo il padre e i nonni, Diana, la donna che Don voleva salvare pure aveva abbandonato la figlia, in ultimo Stephanie che vive di sensi di colpa ma l’idea di andar a recuperar suo figlio è per lei incontemplabile, e Dick vuol salvare anche lei, perché è l’ultimo legame e parvenza di famiglia che potrebbe realizzare, ricominciar d’accapo dall’inizio.

Joan e Richard

l’adolescente che vuol recuperar il tempo perduto e provare tutto quello che non ha mai fatto, andare a tutta velocità nell’inglobare una donna, che si dovrebbe comportare da madre verso un bambino viziato e bisognoso di attenzioni e cure 24\24, con nessun altro Dio all’infuori di lui.
Ma una cosa giusta Richard la dice in questo Person to Person

“it seems to me your life is undeveloped property. You can turn it into anything you want. It’s got a hell of a view”.

Solo che le velocità sono diverse, come le fasi della vita o i tempi in cui si sentono di vivere, lui è in pensione e ora vuol stare senza far nulla a godersi e prendere solo dall’altra Person, invece Joan si trova a una velocità anni ’70, quella che ancora deve ottenere il successo a cui ambisce con le sue forze e capacità. Richard vive la fase della vita e la mentalità di chi viene e ha vissuto appieno gli anni 50 e 60, così come Roger che si sente al suo ultimo capitolo e ha trovato una madre, a cui aspira anche Richard. Eterni uomini bambini spoiled.

Peggy, Pete e il cactus

La velocità “Keep it up, you’ll be a creative director by 1980” e per Peggy 10 anni sembrano tantissimi per raggiungere l’obiettivo che si è prefissata, ma Pete lo sa che per ottenere ciò che si vuole ci vuole tempo e fatica, come è stata la sua carriera che se l’è sempre sudata, senza le charming veloci scorciatoie che ha sempre ottenuto il suo guru e mentore Donald Draper.
Ed in fondo a lui nessuno l’ha mai detto che è stato bravo, nessuno si è mai vantato d’aver lavorato con lui, c’è tutta la triste realtà di un uomo che lavora in un ufficio e che nessuno ha mai visto chi è, nessuno l’ha mai chiamato “tiger” lì, solo Peggy s’innamorò di lui, si fece sedurre e abbandonare, così come hanno fatto con il figlio che hanno procreato, e forse inconsciamente proprio per questo le regala un cactus, sottolineando che lui non lo può tenere perché ha una bambina piccola, una famiglia, come a suo tempo non poteva avere una relazione con Peggy perché stava per sposare Trudy. Differenti velocità, differenti direzioni.
Però le regala un essere vivente di cui avere cura, come non son riusciti a fare con quel bambino, forse con un cactus ce la farà a fare la madre, quell’esperienza che le è stata negata anche per colpa sua, e lui ritornerà per controllare se non ha fatto morire il sentimento che li lega, anche se non si son mai detti nulla se non

“A thing like that”

“I’ll be back. That thing better be alive”.

Un cactus come il loro rapporto, spinoso, che non ha bisogno di chissà quali nutrimenti ma che è comunque un essere vivente.

Harry Crane, s’illude moschettiere ma in realtà con lui nessuno ha mai voluto pranzare, non è mai stato invitato al tavolo della “famiglia”, “Home”.

Donald e Sally, la telefonata interrotta

Sally è l’unica adulta tra i suoi genitori prendendone i migliori pregi di entrambi, parla di star tradendo la fiducia della madre, che non voleva informare nessuno, e lo sta facendo solo per il bene dei suoi fratelli di cui già si sta prendendo cura fisicamente e mentalmente, pensando alla miglior e più amorevole soluzione per il loro bene.

L’effetto specchio: la maturità di Sally nell’affrontare le cose e la vita, mentre il padre si sta divertendo con le macchinine come se lui stesse ancora al liceo o che la cosa peggiore potesse esser aver problemi di cuore, un altro divorzio, o il cuore inteso come l’incapacità di amare?
Mentre sul telefono c’è un adesivo Peace and Love, come il messaggio che da al padre.
La telefonata viene bruscamente interrotta da Sally perché troppo doloroso e perché non c’è più nulla da dire, nella mediazione tra i desideri di tutti che non riescono a vedere quale possa essere il vero desiderio dei figli, ora ci sono solo decisioni mature e concrete da prendere.

Donald e Betty, Honey e Birdie forever

I figli, sono sempre stati il business di Betty, solo lei li ha cresciuti e solo lei se ne è occupata, Don è sempre stato nella “normalità” un padre da week-end, e quindi nel pensiero di Betty, su cosa possa esser giusto e la “normalità” in cui lasciare i propri figli, non esiste minimamente e non chiede all’instabile uomo in fuga adolescente e traditore che è sempre stato Donald.

Questa è l’ultima e velocissima verità, che gli arriva in faccia come un razzo, la considerazione che gli è stata fatta dall’ex moglie, conoscendolo bene, e nonostante tutto volendogli bene, perché la sua voce decisa e rassicurante è stato sempre Honey per le orecchie di Betty.
Come se il desiderio di Donald di fare qualcosa per i suoi figli potesse essere per Betty solo un movimento-avvicinamento d’orgoglio e non d’amore.
Donald le dice che non deve decidere da sola e Betty gli risponde che è sempre stata da sola insieme a lui.
Don si giustifica che “I didn’t know”, ma son stati tutti i giorni della loro vita che si è perso, perché con il suo animo era altrove, alla ricerca di altro, per anni, per tuttalavita, i suoi figli erano dietro ad una porta ad aspettarlo, ma lui non c’era, non tornava, se non apparizioni da week-end, e così anche la moglie Betty in quella cucina con la sigaretta in mano. Si è perso tutti loro stando in quel frigo, ed alla fine semmai la normalità era anche non aspettarsela più quell’apparizione paterna, proprio per non restar delusi dalle sue promesse non mantenute, i suoi “voti” rotti.

Don “Birdie…”

Betty”I know.

I have to go”.

E nonostante tutto c’è amore tra loro due, è solo Donald a non rendersene conto, solo perché è rifiutato dopo che ha rifiutato da sempre la sua famiglia.

E Betty già gli diede la risposta anni prima, nell’ultimo letto in cui son stati insieme nonostante entrambi sposati con altri.

“That poor girl..she doesn’t know that loving you is the worst way to get you”

(6.09 – The Better Half)

Il comportamento di Betty è l’ultimo atto Old Style, un misto tra orgoglio e vanità, nel non voler farsi veder morente, e il suo frigorifero interiore, invece di attorniarsi e godersi il più possibile le persone che ama, accettare mani tese d’amore, di conforto, di aiuto, lei sceglie di non cambiare, di far restar tutto immobile in una “normalità” di solitudine, per perpetrare quel senso di lei da sola in cucina quando per tutto il matrimonio Don non sceglieva lei, lasciandola nel frigorifero. Lei estranea nel comunicare ed esternare i sentimenti, dicendo a Sally che l’ama solo dopo la morte, e confondendo/pensando che il desiderio di Don di esserci possa essere solo orgoglio e non amore.
Mentre Roger davanti al suo ultimo capitolo cambia un po’ e fa una real thing, da far chiedere a Joan “ma stai per morire?”, Betty resta immutabile e granitica, perché la concezione old style della “normalità” di famiglia è un uomo e una donna, anche se io il fratello di Betty e sua moglie non li ricordo molto simpatici ed amorevoli, non può essere Henry, non può essere Don, non può essere la combinazione di loro due e Sally.
Sarà una madre più amorevole una donna che deve allevare i figli della sorella del marito?
O Henry, che è sempre parso affettuoso con tutti loro, lasciar a lui almeno i bambini, per non farlo sentire totalmente solo e in un frigo di perdita totale.

E in fondo Betty l’ha sempre saputo, durante la sua vita di depressione, che quello che ci si aspettava da lei, già dal volere e dall’educazione datale dalla propria madre, era tutto fumo.

Betty “She wanted me to be beautiful so I could find a man. There’s nothing wrong with that. But then what? Just sit and smoke and let it go until you’re in a box?”

(1.09 – Shoot)

Ken e Joan, their job is the real cocaine

Affetto, stima, simpatia e praticità, quel che è di Cesare finalmente vien dato a Cesare, cioè Joan, Ken un uomo sensibile e intelligente, che non ha di certo il prosciutto sugli occhi, vede Joan chi è veramente, una donna efficiente, efficace, con tanta esperienza e numeri, che sa risolvergli un problema che doveva già esser risolto e concretizzato da ieri.
Ken, grazie di esser un uomo moderno, simpatico, onesto, autentico fino alla fine, e dalle capacità artistiche le più disparate, il tuo tip tap per me è già entrato nella storia, dopo lo spot Coca-cola.

Un passaggio per L.A.

Nel suo viaggio e sulla sua strada Don incontra più o meno onesti borseggiatori, tutto continua a girare intorno ai soldi. Ognuno gliene prende un po’.

Peggy e Joan, I don’t have time to moonlight

le nuove donne in carriera, che non hanno il tempo per una vita privata, chiacchiere perdi tempo da luna di miele, gattini sui muri e sui frigo e incontri faccia a faccia immantinenti, ma quando si parla di soldi e di lavoro tutto diventa velocissimo, come lo scambio di buste con onorari e compiti ancor prima di sedersi e dirsi “hi”, così com’è stato Ken con Joan, l’ansia del lavoro, la sfida, una nuova impresa da intraprendere. Ma Joan sta lavorando da casa badando anche a suo figlio e Peggy comunque ha avuto il tempo di addobbare e rimodernare il quadro di Cooper.

L.A. Dick e Stephanie

L’amorevole ed accogliente Anna Draper non c’è più, e nessuno sa cosa farsene del suo anello ed eredità, entrambi i due discendenti di quel legame che Dick considerava “famiglia”; come non ci sono più gli anni 60 così rassicuranti e misurati che Anna incarnava, quella ad aprirgli ora la porta sono i ’70 e Stephanie, una ragazza rosa dai sensi di colpa che non riesce a star ferma ancor meno di Dick.
La sua indole è quella, vuole fix, aiutare, risolvere, dare soldi, ma a Stephanie lui sembra quello più “bisognoso” tra loro due.

con in mano un anello per cercare di ricongiungersi con le sue origini, l’inizio del suo viaggio Dick-Don, sperare in un cerchio che si chiude in un luogo dove era felice, da sempre considerato come il paradiso per lui, ritrovare un po’ di pace almeno li. Ammettendo che di quel dono di Anna non ne ha saputo fare un buon uso, fallendo nel suo secondo matrimonio.
Ma Stephanie di certo non ha peace ma solo un po’ di love per lui, decidendo di portarlo con se in un ritiro Hippie.

Roger e Marie

Roger “Are you trying to kill me?”
Marie “I’m trying to make you happy. That was our agreement”.

I dialoghi di Roger son sempre i più ironici e divertenti in assoluto, finalmente si trova davanti a uno specchio, una che gli risponde, gli tiene testa, lo tratta come un bambino e lo licenzia in tronco come lui ha fatto con tanta gente, sul lavoro e nel privato.

Lui si comporta come se lei fosse come un oggetto di sua proprietà, e lei si vuole sposare altrimenti lui la abbandonerà per la segretaria, lasciando lei/amante su un marciapiede con la sua piccola valigia e senza un soldo.
Ma sta parlando della figlia? La segretaria scombina famiglie che acchiappa quello più anziano con i soldi? E l’amante resta senza niente perché poi la moglie segretaria si prende un milione di dollari e tutti i mobili? Specchio specchio delle mie brame chi è la più… del reame? Intendevo isterica.
E Roger esce dalla stanza come un Re nudo cacciato per tornare alla sua unica amica, la tv.

Bobby e Sally

Il Bambino sensibile e profondo che notò la crepa sul muro non poteva non capire quello che sta succedendo in quella casa, e che non c’è nulla di normale.
Ma Sally si dimostra una madre migliore di quella che ha sempre avuto, spiegando ed insegnando al fratello come rendersi autonomi e non bruciare la cena.

Dick e Stephanie: Where are we?

Come Diogene i due più Lost di tutti con una lanterna in mano nella notte e nel buio delle loro anime sono in giro per cercar delle risposte e una strada, cercano “l’uomo”, un po’ di luce nelle e sulle loro vite, il Paradiso perduto, ma anche qui accettano soldi xD (Weiner sei troppo un genio dell’ironia, del sarcasmo e della dissacrazione), l’imperativo che si danno è “Be open”, anche se pure la ribelle Stephanie non si fida di lasciar la borsa in stanza.
Il titolo più bello delle attività proposte è: “Divorce, A Creative Experience”

E già al loro arrivo gli viene preannunciato che:

“Tomorrow is going to be beautiful”

Roger, Joan e il Little rich bastard

Roger, che si sente nell’ultimo capitolo della sua vita, ha deciso di occuparsi delle sue “volontà”, la prima figlia, Margaret ormai è lost, e ha deciso di dividere i suoi “averi” tra il nipote e Kevin.

“I know you don’t want it”

Perché Joan è stata l’unica donna “Donna” della sua vita, che non è stata vicino a lui solo per scippargli anello e portafogli.

“But it’s for him. And I don’t want it to put you in an awkward position when some man you used to work with leaves your son a small fortune”

Quelli che sono potuti essere agli occhi del mondo sono stati solo due colleghi di lavoro, e lui solo un “some man you used to work”. Questa tristissima e riduttiva affermazione del loro rapporto è colpa delle loro due diverse velocità nel desiderare le cose nella vita e l’incapacità di Roger di crescere, di non esser più un bambino viziato e capriccioso, il little rich bastard è sempre stato lui stesso, tornando al gioco di specchi e alla proiezione di se stessi sulla Person che abbiamo di fronte.

Roger non è mai stato in grado di riuscire ad amare Joan a tutto tondo, non ha mai visto e considerato la Person che ha sempre avuto davanti, l’ho già pensato da un po’ che Joan è lo specchio al femminile di Don-Dick-stranger, la donna che vive nel frigo e che nessuno vede e apprezza per la sua complessità e profondità, oltre che per capacità, gli uomini aprono il frigo, le sorridono e la voglion sempre prendere per la sua affascinante confezione esterna, il suo corpo, ma nessuno ha mai sorriso, capito e voluto prendere la scatola completa, nessuno ha mai veramente voluto sapere e capire cosa lei pensasse e volesse. Richard è stato l’unico che le ha chiesto in un letto “che problemi hai?” e lei gli risponde “non lo vuoi sapere in realtà”, perché dai tempi di Eva agli uomini non è mai fregato un fico secco di ciò che pensano e vogliono le donne, i rapporti o la tattica per esser scelte sullo scaffale dall’uomo che apre il frigo, è quella dell’illusione che da Eva all’inizio, o quella che danno le segretarie più giovani.
Roger come Donald ha sempre scelto il modello segretaria da sposare, con cui sentirsi degli uomini, degli adulti in confronto a delle ragazzine bisognose, perché solo così dei bambini possono sentirsi Grandi, donne a cui si proibiscono le cose perché sono gli “adulti” a decidere, come Roger inizia a fare con Marie e Don ha fatto con Sally. Ma i tempi stanno cambiando e una donna adulta ora li prende a calci e li caccia dal letto, una figlia ti attacca il telefono in faccia, una ex moglie anche, quando pensa che il tuo interessamento è solo dettato dall’orgoglio, perché tu non sei mai stato capace di “take care of”. Joan è una stranger che non vuole rinunciare a qualche parte di se per un’altra persona, si può far parte l’uno della vita dell’altro senza esserne inglobati e fagocitati nei voleri altrui (che è la stessa cosa che dice Stan a Peggy su Donald, lascialo andare fallo esser quello che vuole e questo non significa non voler bene).

Roger “The good doctor, for example”

Roger e la sua ironia, le apparenze, quello che vede il mondo, il buon dottore, quello che a suo tempo per Joan era il buon partito da sposare, usare il famoso anello per acchiappare e tenere l’altro legato a se come se fosse un guinzaglio. Il buon dottore che ha usato la forza per “marcare il territorio”, per vincere sulla di lei volontà.

Joan “Greg had twins with some nurse. As far as he’s concerned, Kevin never happened”.

Un altro uomo che si comporta come se il proprio figlio “never happened”, come Don disse a Peggy dopo che partorì, come ripete questa volta a Stephanie, ma di solito comunque una madre viene corrosa dai sensi di colpa ovunque fugga, invece per gli uomini è come ha fatto anche Pete.
Ma ora Roger è cresciuto e vuol dare e fare una “real thing” per suo figlio, anche se non è stato capace di farlo quando è nato e nei confronti di Joan, anche lui nel suo frigo emotivo non ha mai saputo vivere e dare amore, iniziando con Margaret. Una figlia estranea per lui che, dopo aver aspettato per una vita dietro quella porta che il padre apparisse e le desse un gesto d’amore, se ne va in una comune per cercare la pace, abbandonando a suo volta il suo stesso figlio che non è capace d’amare.

Roger non ha saputo vedere Joan a 360° e volerla completamente, non solo il suo corpo, quando invece è stata l’unica che gli è stata vicino per l’intera vita in ogni aspetto, da quello professionale a quello privato, una partner a tutto tondo. Ma il bambino era occupato a giocar con le segretarie, le macchinine e la televisione. E per la sua immaturità il suo nome è svanito per sempre, non avendo dichiarato (neanche ora) il suo unico figlio maschio come Sterling. Ma una Real thing la vuol fare, oltre a non volersi far più derubare da donne a cui ha messo l’anello.
Forse è una real thing anche un po’ per colmare il senso di colpa di Roger riguardo al lavoro, ha fottuto e abbandonato Joan anche in quell’ambito, quando la costrinse ad andar via dalla McCann ammise la sua colpa e che se ne sarebbe occupato lui per rimediare.

Roger “So he knows?”

perché a suo modo di vedere potrebbe essere l’unica ragione per un completo disinteressamento nei riguardi di un figlio.

Joan “No, he’s just a terrible person”

Roger “What about the guy you’ve been hiding from me?”

Joan “Richard is a man of the world”

Quando poi invece scopriamo che anche lui è vecchio stampo, anni ’50 e solo il possesso e il marcare il territorio gli interessa, con o senza un guinzaglio-anello.
E infatti Joan, che è una donna di mondo e intelligente, subito pensa che il sentimento e il concetto che spinge Roger possa esser quello, primordiale da animali.

Joan “Roger, this is an expensive way to mark your territory”.

Roger “What? No. I’ve just been thinking that you get to a point in your life where it’s the last chapter, and–”

e giustamente Joan si preoccupa, non l’ha mai sentito così maturo, potrebbe solo stare in punto di morte per farsi un tale esame di coscienza e far qualcosa in merito, per alleggerirsi la coscienza sporca, così ascendere sperando in paradiso.

Joan “Are you ill? Is everything okay?”

Roger “For the time being, but I’m getting married”.

Mi mancherà profondamente l’ironia di Roger e i loro magnifici Person to Person.
Questo è l’ultimo salto nel vuoto che Roger vuol fare nel suo ultimo capitolo e anche se non sa come andrà vuol entrarci a cuor leggero senza aver più un pensiero o una preoccupazione riguardo il futuro del figlio. Marie potrebbe anche ucciderlo di punto in bianco xD e non vuol esser più derubato da donne interessate solo ai suoi soldi e non a lui, l’omino che c’è nel suo frigo.

Joan “Well, those skirts are pretty short at McCann”.

Joan conoscendo il suo pollo/bambino si aspetta che sposi un’altra segretaria per continuar a vivere e a rivivere la sua gioventù vicino a lei, una delle cose che ha rinfacciato Megan a Don in sede di divorzio. Come un bambino capace solo di prendere, tipo vampiro, un elisir di eterna giovinezza.
Ma Roger un po’ è maturato e ha fatto un’altra scelta, andar in giro con sua madre xD

Roger “Nah. I met her through Megan Draper. She’s old enough to be her mother. Actually, she is her mother”.

Joan “That’s spectacular. What a mess”.

Come le loro vite, ma viste con allegra ironia, nell’accettazione di se stessi, così come sono, un affetto, un bene profondo, un amore che non s’è mai potuto concretizzare in un legame che li teneva uniti come un anello, nonostante i loro pregi e difetti.

Roger “You’d be surprised. Nobody cares”

questa è un’altra grandissima perla di saggezza di Roger buttata li, il mondo giudica ma lo specchio siamo noi che ci giudichiamo e a farci intrappolare in queste prigioni di paure e incapacità, in cui nostro figlio non può avere il nostro nome solo perché è illegittimo, quando poi la verità è che a nessuno frega niente.
Come Donald i suoi mostri interiori, i suoi tormenti, i suoi viaggi di riequilibratura e i giochi, l’ex moglie e la figlia gli attaccano in faccia il telefono, perché gli vogliono bene e son contente che lui si stia divertendo ma ci son cose più serie a cui pensare, da affrontare, davanti alla morte tutto perde senso. L’incapacità o aridità interiore alla fine non importa a nessuno, anche se ti si vuol bene, l’unica cosa che conta è l’esserci, infatti Sally gli chiede “dove sei?” e Betty “dov’eri?” ma in tuttalavita.

Joan “I guess somebody finally got their timing right”.

Ed eccoci tornati al tempo, allo spazio e alla velocità nel riuscire ad incontrarsi Person to Person, il desiderare le stesse cose allo stesso tempo. Perché purtroppo Joan e Roger non hanno mai avuto il their timing right, oltre per l’immaturità caratteriale di Roger, ma sicuramente Joan lo ha amato moltissimo nei più disparati modi e tempi, come quel figlio concepito in mezzo alla strada.
Kevin è la real thing di quell’amore, e Roger tramite i soldi, visto che solo così riesce ad esser generoso d’animo lascia a suo figlio una real thing, la sicurezza per il suo futuro da Little rich bastard, come suo padre.

Gli hippy e il viaggio di Don, da Persona a Persona

“Just walk around the room. No aiming. No purpose other than to move your legs. That’s it. Stop.
Look at the person nearest you. What does that person make you feel? Now, find a way, without words, to communicate that feeling to the other person. Does hugging feel honest?”

Donald chiuso al mondo, con le braccia conserte si guarda intorno e non alla persona davanti a lui da cui ne riceve uno spintone, come tutte quelle che ha ricevuto nel susseguirsi del tempo nella sua vita perché non ha mai guardato veramente la Person che aveva davanti, era troppo chiuso concentrato su se stesso o osservava la folla per rubarne segreti.

Harris-Olson, You need two names to make it sound real

Le due Mad Women ce l’hanno fatta, e nonostante il duro lavoro di una vita da parte di entrambe in confronto alle altre donne loro due sono state delle pioniere, delle astronaute come direbbe Cooper, sono andate ad una velocità supersonica per battere ogni record.
E proprio perché si tratta di lavoro la velocità dell’incontro è stata accelerata, e siccome entrambe non perdono tempo in lune di miele, iniziando sempre andando dritte al punto e in faccia, Joan subito passa a Peggy la busta per poi farle la proposta della vita, le propone il Paradiso, il loro Paradiso con i nomi sulla porta, i loro tempi, spazi e senza compromessi, loro saranno le artefici di se stesse.
Peggy ha quasi le lacrime agli occhi per l’emozione, per l’idea di accelerare quei 10 anni che le servirebbero per ottenere lo stesso risultato lavorando nella McCann, e per la stima e l’affetto che Joan le dimostra proponendole una real thing.
Ma Peggy allo stesso tempo non è pronta ad andare a quella velocità supersonica, ha ancora bisogno delle sue sicurezze, il suo guscio di bird, che il suo padre lavorativo e mentore ritorni da lei e inconsciamente non è pronta neanche di lasciare di nuovo Stan che le da stabilità e sicurezza.

Peggy “I never know if that’s good or bad. …. Slow down. …It’s a huge decision”

Joan invece è forte e pronta per spiccare il volo, scrollandosi da dosso tutti quegli uomini che l’hanno sempre frenata, vorrebbe farlo con una partner per non sentirsi così sola e stranger ma è capace di farlo anche da sola.

La comunità hippy e la terapia di gruppo

“You don’t have to say why you’re here. Why don’t you tell me how you’re feeling right now?”

In questo cerchio di Persone a confronto non c’è un vero psicanalista ad aiutarli ma già dire i loro più profondi segreti, paure, sentimenti e malesseri nel confronto tra Persona e Persona un po’ d’aiuto lo da, uno spazio open in cui c’è un gioco di specchi, anche se nessuno parla ci si sente e vede sempre in rapporto a quello che abbiamo dentro, Stephanie è quella che giudica se stessa, la donna di fronte è quella che ha vissuto l’esperienza speculare, stare al di la della porta, esser la figlia che aspetta un genitore che non arriverà, ci sarà ed entrerà mai da quella porta.
E Don resta chiuso, non in connessione, anche lui non vuol entrar da quella porta per i suoi figli orfani, pensa invece di ricominciar d’accapo, di fare il solito cavaliere scintillante che ha senso e scopo solo salvando qualcun altro, un’altra famiglia e non la sua, si sente forte e capace solo così, stare davanti agli occhi di qualcuno che lo vede migliore di chi è in realtà, ripartire da zero, buttare tutto alle spalle, non pensarci, move on come ha fatto sposando Megan.
Come nel precedente crollo dopo la morte di Anna Draper, Don buttò la relazione che stava vivendo con la Dottoressa Faye Miller, a lei non riuscì più a ingannarla, a nascondere lui chi è veramente, perché iniziò a vederlo il meschino manipolatore che è, lasciandola così per telefono e sposando Megan, che invece lo guardava con occhi fiduciosi.
La soluzione è il solito consiglio che da a tutti e si da da sempre, buttati il passato alle spalle e vai avanti. Ma persino la confusa Stephanie gli risponde che così non funziona, e infatti è il fallimento di questa modalità che l’ha portato fin lì.

Stephanie “the way that they look at me now. Like all I do is screw up. You should have loved being a mother. Life is full of “shoulds.” Yeah, but I made a mistake, and I just want to get it together now”.

La donna di fronte, lo specchio “So you can be with your baby?”

Stephanie “What? No. See? They are judging me”.

“Why don’t you tell Angie how it feels to hear her say that?”

Stephanie “It makes me feel small and insignificant, Angie”.

lo specchio “What I feel when I hear about your baby is sadness”

ma Donald non ascolta lo specchio, non vede che al di la della porta ci sono i suoi figli, vede solo se stesso e la sua modalità di sopravvivenza, la fuga perpetua a tutta velocità dai sensi di colpa, da ciò che lo fa star male, dai legami, dalle Person a cui tiene, il tuffarsi solo in nuovi inizi. Che però sono circoli viziosi (il cerchio e l’anello) in cui commette sempre gli stessi errori perché usa sempre le stesse modalità.

lo specchio “My mother left, and I can tell you that your baby is going to spend the rest of his life staring at the door waiting for you to walk in”.

Dick-Donald e Stephanie

Dick-Donald “Don’t listen to them”.
Stephanie “You think this is a big laugh, don’t you?”
Dick-Donald “You weren’t raised with Jesus. You don’t know what happens to people when they believe in things”.
Stephanie “It’s true. You think that I don’t want to hear the truth?”
Dick-Donald “I could help you. I could move to LA”.

Ecco il solito Donald dall’armatura scintillante che accorre per salvare qualche donzella, un altro Lost per trovare uno scopo al suo esser Lost, almeno salvare le sue radici, le sue origini di rinascita.

Stephanie “Look, I don’t know what you’re doing. You show up with some family heirloom. You’re not my family. What’s the matter with you?”
Dick-Donald “I just know how people work. You can put this behind you. It’ll get easier as you move forward”.
Stephanie “Oh, Dick, I don’t think you’re right about that”.

Ed anche Stephanie lo abbandona in tronco lasciandolo di nuovo solo con se stesso senza neanche una via di fuga da quel luogo di “verità” che è troppo un Inferno di rivelazioni e confessioni più che un Paradiso di pace e serenità.

Peggy e Stan, passato, futuro e il quadro di Cooper

Peggy da brava discepola di Donald Draper e la sua filosofia del guardare sempre avanti sta vagliando la proposta di Joan e ne parla con Stan.
Anche qui c’è un gioco di specchi, uno dice una cosa e l’altro la interpreta all’opposto perché è lei l’eterna insoddisfatta che guarda sempre a nuove sfide e si mette perennemente alla prova per ottenere di più, per vagliare le sue capacità. Dando del fallito a Stan perché invece si accontenta ed è felice semplicemente di esser bravo nel suo lavoro. La conversazione lui la interrompe lasciandole un monito:

“Stop looking over your shoulder at what other people have…. You’re just excited about being in charge…..There’s more to life than work”

Joan, Richard: you’re making a choice, a chance to build something

Joan “It’s just a couple of little projects”

Joan che in spiaggia ci è andata ma non si è sentita eccitata e in paradiso come l’adrenalina che le danno questi due piccoli progetti che ha intrapreso

Richard “Don’t you want to be with me?”
Joan “Of course. But I don’t know, it seems like this might be a chance to build something”.

Richard le ha avute le soddisfazioni di costruire i suoi palazzi, ormai ha rallentato, invece Joan è alla velocità di una cocainomane e finalmente la buona notizia è che può costruire qualcosa di suo che nessuno venderà o le toglierà da sotto i piedi.

Richard “Well, it’s going to take all your time, all your energy, and all your attention”.
Joan “That’s not true”.
Richard “It is. I did it”.
Joan “And you loved it”.
Richard “I want to be with you, and I don’t want to be rooting for you to fail so that can happen”.
Joan “Do you want to get married? We can get married?”

bambino vuoi la sicurezza che sarò tutta la vita tutta per te? Vuoi un anello guinzaglio per dimostrarlo?

Richard “No, I don’t want to be back where I was”.
Joan “This can be different. We’re different people. I want you in my life”.
Richard “You really want to answer that, don’t you?”
Joan “No, but I probably should”.
Richard “You act like this is happening to you, but you’re making a choice”.

Questa però è una perla universale per tutti loro, fortune o sfortune sono loro gli artefici dei loro palazzi.
Dick si vuole liberare di Don come se lui fosse tutta la sua parte cattiva, la sua valigia di fallimenti che zavorra Dick verso la pace e il paradiso, ma lungo il suo viaggio di una vita è sempre stato lui a compiere delle scelte, Dick è Donald Draper. Come Joan è la donna complessa e multisfaccettata che è e non è più disposta a rinunciare una parte di se per un uomo, una persona adulta non pone un’altra Persona davanti a una tale scelta. Le due parti non si posson più dividere, sono un tutt’uno.

Joan “I can’t just turn off that part of myself. I would never dream of making you choose”.
Richard “When something’s wrong, it’s always wrong”.

Infatti Joan lo doveva capire da quell’esagerata arrabbiatura di lui nella camera d’albergo a N.Y., quando scoprì che lei aveva un bambino, l’unico infante da viziare ed accudire doveva esser solo se stesso!

Anche la scena di passaggio, la domanda all’uomo nudo ha il suo significato, se avessi saputo che ti sarebbe importato avrei chiesto dove andava, ma Dick-Don non mostra a nessuno cosa veramente gli è caro.
Così va dalla receptionist, e scopre tre amare verità: 1° che deve star fermo ed accettare il blocco in cui si trova, 2° che le persone a cui vuole bene si allontanano da lui senza neanche salutare (come lui ha fatto con tutto ciò che lo circondava, Person e non, come ha fatto con tutte le sue amanti, con tutte quelle che tenevano a lui), 3° che ognuno è libero di fare come vuole e che possono abbandonarlo senza salutare, Anna Draper che lui ha vissuto da lontano, in una nottata febbricitante e dolorosa nel suo ufficio, il cui unico conforto fu Peggy, Megan che l’ha lasciato per telefono, Rachel la donna con cui ha perso il volo, Sylvia, Diane la donna che viveva gli stessi tormenti e che è sparita senza salutare, Betty il suo Bird la madre dei suoi figli che non voleva nemmeno informarlo della sua imminente morte, l’avrebbe lasciato e abbandonato senza neanche un good-bye, ed infine Stephanie, l’unica donna delle sue radici che gli era rimasta, l’unico cimelio di famiglia che ipotizzava di avere.
Il presente e il futuro sono arrivati ad una velocità supersonica, senza avvertire, uccidendo e massacrando in un attimo tutto ciò che si aveva di passato presente e futuro, come un assassino che non ci si aspettava d’incontrare, come Charlie Manson.

Don “People just come and go and no one says good-bye?”
Receptionist “I’m sorry, but people are free to come and go as they please”

E qui Dick-Don ha un crollo, chi gli è rimasto? L’unica ancora di salvezza, l’unica persona che gli è cara di cui non ha sentito la voce e non ha salutato prima della sua ultima fuga, la sua sparizione, è stata Peggy.

Don Peggy, I’m not the man you think I am

Un’altra telefonata interrotta, questa volta è lui a non poter dire di più, perché ci si è detti tutto e perché è tale il dolore che dopo lo sfogo, l’aver tirato tutto fuori l’orrore che si ha dentro, gli procura un tale svuotamento che lo fa collassare per terra senza forze per rialzarsi.

Peggy “Where the hell are you?”

Che poi letteralmente significa “in che inferno ti trovi?”

Don “Somewhere in California”

Peggy “Do you know how angry everyone is?”

Don “Did everything fall apart without me?”

Quando invece il suo mondo interiore è sprofondato all’improvviso mentre lui non se n’era neanche accorto, perché era Person assenteista nella vita di chi gli era intorno, di chi gli era caro

Peggy “It’s not about that. You just took off. People were worried. What have you been doing?”

Peggy usa sempre il plurale per rendere impersonale la mancanza, anche lei non riesce ad ammetterlo di faccia, anche a Pete ha detto “ci mancherai”

Don “I don’t know. I have no idea”.
Peggy “Look… I know you get sick of things and you run, but you can come home”.

Come conosce lo stranger vagabondo

Don “Where?”

Don non ce l’ha più una casa, non ce l’ha più una famiglia, e neanche un ex famiglia, non ha più alcun punto di riferimento dopo che sarà scomparsa anche Betty.

Peggy “McCann will take you back in a second. Apparently, it’s happened before. Don’t you want to work on Coke?”

e per Peggy, come per Don, l’unica cosa che è considerabile come famiglia sono i compagni di lavoro, quelli che si son trovati seduti intorno al tavolo di Burger Chef. The real thing

Don “I can’t. I can’t get out of here”.

Don non riesce ad uscire dal suo inferno, dal blocco, dai sensi di colpa che lo rendono immobile nella sua condizione.

Peggy “Don, come home”.

Loro, gli affetti e il loro lavoro sono “casa”.

Don “I messed everything up. I’m not the man you think I am”.

E qui inizia il più grande smascheramento e sfogo della sua vita, il limpido elenco delle sue colpe e fallimenti, questa volta rivelati ad un’amica e non a qualche sconosciuto.

Peggy “Don, listen to me. What did you ever do that was so bad?”

ma l’affetto di chi gli è caro può perdonare tutto, nulla può esser così grave da fargli smettere di volergli bene

Don “I broke all my vows. I scandalized my child. I took another man’s name and made…
nothing of it”.

Peggy “That’s not true”.
Don “I only called because I… realized I never said good-bye to you”.
Peggy “I don’t think you should be alone right now”.
Don “I’m in a crowd. I just wanted to hear your voice. I’ll see you soon”.
Peggy “Wait”.

Il paradosso di sempre, l’esser tra la folla ma sentirsi comunque sempre solo, uno stranger, nel freddo del suo frigo interiore, perché lui non sa cosa vuol dire amare, non sa vederlo, non sa accettarlo, non sa ricambiarlo.

Peggy Stan, I just wanted to hear your voice

Peggy a specchio fa la stessa operazione di Don, chiama chi gli è caro per scusarsi, per far pace, e come davanti ad uno specchio lontano, come lo era Don, il voler bene accorcia le distanze tra le Person, tenendole legate tramite un filo….. telefonico.
La conversazione inizia in perfetto stile Mad Men

Stan “What do you want?”
Peggy “I just got off the phone with Don”.
Stan “Are you kidding me? Where the hell is he”?
Peggy “California. But he didn’t say where. And I’m really worried about him”.

Stan “He… he always does this and he always comes back. He’s a survivor. He’s going to be okay”.

Quale miglior azzeccata definizione di Donald Draper?!

Peggy “You didn’t hear him. He wasn’t making any sense”.

Stan “You’ve got to let him go. It doesn’t mean you stop caring about him”.

Peggy “I’m sorry I said those shitty things to you. I don’t believe them”.
Stan “Look, you’re going to do great no matter what you do”.
Peggy “I think you were right. I mean, I’m going to stay”.
Stan “Good, because I didn’t want you to leave”.
Peggy “Then why didn’t you just say that?”

Perché non dici le cose in faccia? Perché non dici agli altri che gli vuoi bene?

Stan “Because every time I’m face to face with you, I want to strangle you. And then I miss you when I go away. And I miss you and I call you on the phone and I get the person I want to talk to.
That’s not true. Yeah, well, I don’t know what it is, but when I’m standing in front of you, I bring out something terrible. I think about how you came into my life and how you drove me crazy and now I– I don’t even know what to do with myself because all I want to do is be with you”.
Peggy “What? What did you just say?”
Stan “I want to be with you. I’m in love with you”.
Peggy “What?”
Stan “I love you, Peggy”.
Peggy “Oh, my God. That’s what I thought you said. I– I– I don’t know what to say. Whew. I feel like I can’t breathe almost. I mean, I don’t even think about you. Uh… I mean, I do all the time, because you’re there. And you’re here.

“And you make everything okay. You always do. No matter what. I mean, I must be. Because you’re always right. I think I’m in love with you, too. I really do.
Stan? Are you there? Stan?”
Stan “What were you saying?”
Peggy “I love you”.

Lei solo concentrata sul lavoro da non vedere la Persona che aveva di fronte.
Stan è l’unico uomo di mondo, che sa stare al mondo, il Mad Man che sa amare una Mad Woman a tutto tondo, due parti di una stessa Persona che si uniscono, vita privata e lavorativa che riescono a convivere senza rinunciare a nessuna parte di se.

Leonard Dick e il frigorifero

una donna che tiene un seminario trova Dick per terra

“Are you waiting for a phone call?”

una chiamata? Che può esser intesa anche come chiamata spirituale, qualcuno che ti richiami alla vita, un’illuminazione.
Ma Dick è svuotato ed esausto da non aver nemmeno la forza per rialzarsi, catatonico

la donna gli chiede

“Have you taken something?”

ma l’unica sostanza di cui si è sempre nutrito è solo se stesso, una droga che si chiama Donald Draper che lo fa star chiuso nel suo mondo interiore, il suo inferno e paradiso artificiale, il buco nero in cui è sempre precipitato, solo con se stesso. E Dick-Don non riesce ad uscire da li, ormai ne è risucchiato ed annientato.

“I can’t move”

la donna lo rassicura

“Sure you can. I’m late. I don’t want to walk in by myself”

c’è il concetto che non si può vivere da soli, bisogna avere qualcuno per entrare ed affrontare la vita, c’è il concetto di coppia, di legame, di affetti, del darsi la forza l’un l’altro per rialzarsi, per andare avanti, per tuffarsi in nuove avventure, come Harris-Olson, un figlio, un compagno, una madre, un’amica, una famiglia, anche se è quella di Burger Chef. Una mano che gli viene porta per farlo rialzare, che Dick finalmente vede.

C’è l’uomo nudo che ora è vestito di rosso, come il Diavolo, che con l’effetto specchio rivela quello che Dick-Don ha sempre fatto, sabotato tutti i suoi rapporti umani, l’unico passo avanti è cercare di ridurre i conflitti. Ma Don in fase catatonica non ascolta l’altra Person, è ancora chiuso in se stesso.

“I guess what I feel is I had my hang-ups. She had her hang-ups. But one of us was willing
to reduce the conflict”

Guru “How would you feel about starting with that next time?”

Perché la prossima volta, nella prossima vita inizi da questo?

Leonard e Dick, lo specchio

Leonard “My name’s Leonard
and I don’t know if there’s anything that complicated about me.
And so I should be happier, I guess”.

Guru “Do you remember what I said to Daniel about “should?””

Leonard “Oh. Well, it’s good for him. He’s interesting. But I’ve never been interesting to anybody.
I, um– I work in an office.
People walk right by me. I know they don’t see me.
And I go home and I watch my wife and my kids. They don’t look up when I sit down”.

Guru “How does it feel to say that?”

Leonard “I don’t know. It’s like no one cares that I’m gone.

They should love me.
I mean, maybe they do, but I don’t even know what it is.
You spend your whole life thinking you’re not getting it, people aren’t giving it to you.
Then you realize they’re trying and you don’t even know what it is.

I had a dream I was on a shelf in the refrigerator.
Someone closes the door and the light goes off, and I know everybody’s out there eating.
And then they open the door and you see them smiling. And they’re happy to see you, but maybe they don’t look right at you, and maybe they don’t pick you.
And then the door closes again.
The light goes off”.

Dick finalmente si vede, si scioglie, si abbraccia.

La chiusura del cerchio

E dopo una scena così intensa, profonda, toccante, piena di dolore di un’intera esistenza e vita quell’ironico dissacratore di Weiner per alleggerire l’atmosfera e per mostrarci gli opposti strati degli animi e della società nella ricerca del proprio “New day”, ci mette i The kings, le pop star vestite come Presidenti e consorti che salgono su jet per entrare a tutta velocità nella loro nuova vita. Pete, Trudy e Tammy.

The real thing di Joan, This is Joan

“Holloway-Harris. How may I help you?”
“This is Joan”.

E l’uomo della sua vita ha quattro anni.

Il new day di Roger

Marie “Look at them. One day that will be us.
Roger “Yeah, tomorrow”. Due aragoste e una bottiglia di champagne per mia madre, grazie”.

Quello che non lo è affatto per Betty e Sally

Betty che si è fumata la sua vita, corrosa dall’interno avendo creduto alla falsa pubblicità che Donald Draper ha sempre fatto di se stesso.
Sally che si ritroverà a far la madre dei suoi fratelli come sta già facendo con la sua, ormai non potrà più vivere un’adolescenza spensierata, non si potrà più tornare a una “normalità”, il futuro è arrivato fulmineo anche per lei, fumandosi delle tappe, ma Sally è migliore della somma dei suoi genitori, lei non fugge, lei varca quella porta, non abbandona ed è capace di amare tutti loro.


New day

“Mother Sun, we greet you, and are thankful for the sweetness of the Earth. The new day brings new hope. The lives we’ve led, the lives we’ve yet to lead. New day, new ideas, a new you”.

Om.
Om.
Om.

♪ I’d like to buy the world a home ♪
♪ and furnish it with love ♪
♪ grow apple trees and honeybees ♪
♪ and snow white turtledoves ♪
♪ I’d like to teach the world to sing ♪
♪ Sing with me ♪
♪ …in perfect harmony ♪
♪ Perfect harmony ♪
♪ I’d like to buy the world a Coke ♪
♪ and keep it company ♪
♪ That’s the real thing ♪
♪ I’d like to teach the world to sing ♪
♪ in perfect harmony ♪
♪ and I’d like to buy the world a Coke ♪
♪ and keep it company ♪
♪ It’s the real thing ♪
♪ Coke is ♪
♪ What the world wants today ♪
♪ It’s the real thing ♪
♪ Coke is ♪
♪ What the world wants today ♪
♪ Coca-Cola ♪
♪ It’s the real thing ♪

Coca Cola Commercial – I’d Like to Teach the World to Sing (In Perfect Harmony) – 1971
Buone Feste Coca Cola (Vorrei cantare insieme a voi)

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