Allacciate le cinture

Il tema dello scorso film di Ozpetek “Magnifica presenza” era la solitudine e il potere della fantasia per sentirsene meno attanagliati, in quest’ultimo il regista ci porta su ben altre turbolenze che colpiscono le nostre vite, la malattia e l’amore dei nostri cari che possono darci la spinta vitale di cui si ha bisogno.

Quando tutto sembrava tranquillo e in ordine, nella vita di Elena arriva un vero e proprio scossone, come uno scrosciante temporale estivo, la passione improvvisa e imperscrutabile per Antonio, una persona totalmente diversa da lei.

Elena da due anni sta insieme a Giorgio; Antonio è il nuovo ragazzo della sua migliore amica Silvia; Elena non stima per niente Antonio, meccanico omofobo e razzista; poi c’è Fabio, il di lei migliore amico gay.
Ma l’attrazione tra i due esplode lo stesso scompigliando le regole delle vite di tutti, amici e familiari.
13 anni dopo, Elena e Antonio sono sposati e hanno due bambini, Elena e Fabio sono riusciti a realizzare il loro sogno d’aprir insieme un locale di successo, ma una nuova turbolenza molto più sconvolgente della precedente, metterà alla prova i loro sentimenti e legami.

Elena scopre di aver un tumore al seno in uno stadio avanzato, nella malattia e attraverso il dolore saranno costretti a ridefinire tutti le regole dell’amicizia e dell’amore; non ci sarà più spazio per i pregiudizi, i rancori, i tradimenti e il peso delle cose non dette.
Anche i turbamenti della passione bruciante iniziale del passato saranno riletti alla luce del presente e ogni cosa acquisterà il suo senso e giusto peso.
Profonda, toccante, angosciante lo squarcio che Ozpetek ci da della malattia, alternando sempre però il drama alla leggerezza dell’ironia e comicità, riuscendo anche a coinvolgerci nell’imperscrutabilità dell’amore e della passione.

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